Le caratteristiche dei video di Facebook che vengono visti di più L'algoritmo di Facebook dà più valore ad alcuni video con caratteristiche particolari, diffondendoli maggiormente nella piattaforma. Ecco i fattori determinanti dei video di successo

Video di successo in Facebook

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I video pubblicati in Facebook che vengono visti di più dagli utenti hanno delle caratteristiche particolari. Queste caratteristiche portano l’algoritmo a mostrare il video a una quantità maggiore di utenti, garantendogli così una visibilità superiore a quella degli altri contenuti presenti nel social.

Le specifiche di un video vincente in Facebook non dipendono soltanto dalla qualità del contenuto del video stesso, ma da una serie di altri fattori (segnali) che inducono l’algoritmo a dare più peso al video e quindi a conferirgli più visualizzazioni. Questi fattori dipendono in larga misura anche dal comportamento che gli utenti del social attuano nei confronti del video stesso.

Sostanzialmente gli aspetti che l’algoritmo considera sono quattro:

  • Originalità
  • Mantenimento dell’audience fino alla fine del video
  • Fidelizzazione dell’audience
  • Engagement

 

Analizziamo questi fattori con maggiore attenzione, in modo da avere un’idea chiara su come lavora l’algoritmo e quindi come produrre e pubblicare contenuti video che possano avere più successo in Facebook.

 

1. Originalità

Facebook tende a dare più valore ai video nuovi, pubblicati per la prima volta nella piattaforma. Sono anche considerati in modo positivo quei video che pur non essendo del tutto originali si presentano comunque come qualcosa di nuovo, perché il loro creatore ha aggiunto qualcosa di diverso al video originale o comunque ha apportato delle modifiche.

Ad esempio creare un video originale includendo frammenti di altri video non è deprecato da Facebook. Prendere un video preesistente e creare un altro video in cui si aggiungono le reazioni di una persona mentre lo guarda è un altro esempio di video che l’algoritmo considererà originale.

 

2. Mantenimento dell’audience fino alla fine del video

Non c’è dubbio che se la percentuale di utenti che hanno guardato un video fino alla fine è alta allora quel video è interessante. In questo senso, l’algoritmo utilizza questo comportamento dell’audience per distinguere i video migliori da quelli meno apprezzati. Sono gli stessi sviluppatori di questo algoritmo di Facebook a spiegare perché questo parametro è molto significativo: “La retention [il mantenimento dell’attenzione e dell’interesse fino alla fine del video, n.d.R.] è uno degli indicatori di quanto sia stato apprezzato il contenuto video dall’audience. Un lento e graduale declino nel grafico che definisce la retention indica che l’argomento e la struttura del video confermano quello che le persone si aspettano di vedere, mentre una caduta rapida dell’interesse può essere un segnale che il contenuto non sia quello che gli utenti si aspettano di trovare”.

Ovviamente non è facile creare video capaci di tenere incollati gli utenti davanti allo schermo fino alla fine, anche considerando che il livello di attenzione medio che gli utenti prestano ai contenuti nei social è sempre molto basso. I video che raccontano belle storie in un modo incalzante o risultano molto utili e istruttivi o ancora sanno intrattenere e coinvolgere sono quelli che con più probabilità otterranno una retention molto alta.

 

3. Fidelizzazione dell’audience

L’algoritmo non tiene conto solo dell’interesse tributato al video in sé, ma valuta anche l’interesse accordato dagli utenti a tutti i contenuti del suo creatore. In sostanza considera se accade frequentemente che gli utenti visualizzino più di un contenuto del creatore del video, considerando anche se l’hanno fatto in passato. Viene tenuto in conto anche se gli utenti oltre a guardare il video e altri contenuti dello stesso creatore vanno nella pagina delle informazioni del suo profilo.

Per creare più occasioni di fidelizzazione dell’audience conviene fare precedere la pubblicazione di un video di qualità da altri video brevi, magari dei Reel, che gli utenti possano guardare rapidamente dimostrando interesse. In questo modo quando arriverà il video che si punta a mostrare a quante più persone possibili ci sarà già un’audience che ha guardato altri video dello stesso creatore e quindi il nuovo video più importante riceverà una maggiore valorizzazione dall’algoritmo proprio per l’effetto fidelizzazione.

 

4. Engagement

Tutti i contenuti pubblicati in Facebook sono più apprezzati dall’algoritmo se ricevono interazioni. Commenti, condivisioni, like o altre forme di interazione sono determinanti per dare più peso a un contenuto rispetto agli altri. L’algoritmo dà molto valore anche alle condivisioni effettuate tramite il messenger o in generale quelle che portano a condividere il video direttamente con altri utenti di Facebook.

Creare video di qualità e di valore è il modo migliore per suscitare interazioni. Anche un testo di presentazione interlocutorio, che pone domande come: “Cosa ne pensate? Ditelo nei commenti!” può contribuire all’incremento dell’engagement.

 

Fattori che hanno un effetto negativo sui video

L’algoritmo non si limita ad accumulare fattori positivi su un video, ma rileva anche degli aspetti negativi che possono indurlo a limitarne la diffusione nella piattaforma social. Ciò che lo infastidisce maggiormente sono le tecniche di adescamento che possono essere usate maliziosamente per portare gli utenti a interessarsi al video facendo leva su informazioni, presentazioni ed esortazioni ingannevoli o forzate.

 

Engagement bait

Agli albori dei social media si consigliava di pubblicare contenuti con un’esortazione esplicita volta a indurre gli utenti a interagire o a condividere il contenuto. Per esempio: “Condividi questo video se ti è piaciuto!”, “Diffondi questo contenuto, così tutti sapranno come stanno le cose!”. Oggi questo tipo di messaggi sono facilmente individuati dall’algoritmo e catalogati come engagement bait, uno dei modi più deprecati di pubblicazione di contenuti. Chi crea un video e lo accompagna con un testo di questo genere quasi certamente andrà incontro a una stroncatura da parte dell’algoritmo.

 

Watchbait

Il watchbait è la pratica di presentare i video in modo da nasconderne volontariamente i veri contenuti o creare testi introduttivi sensazionalistici o in generale indurre gli utenti a vedere il video o a interagire per effetto di testi ingannevoli e manipolatori. Per esempio, se è stato pubblicato il video di un gatto che gioca con un gomitolo è assolutamente inopportuno presentarlo dicendo qualcosa come: “Guarda come questo gatto ha portato scompiglio a tutta una famiglia e ha distrutto una casa!” o “Se il tuo gatto fa questo allora devi stare molto attento!”.

 

Clickbait

Il clickbait è una delle forme più classiche di adescamento applicato ai contenuti dei social: si presenta il video facendo credere che abbia delle informazioni o dei contenuti particolari che però in realtà non contiene. Per esempio, sempre nel caso del video del gatto di cui si diceva sopra, una forma di clickbait è: “Scopri come il tuo gatto può farti guadagnare soldi!” o “Guarda come puoi conquistare una ragazza grazie al tuo gatto!”.

 

Le forme di adescamento (bait) nei lanci dei contenuti sono in ogni caso sconsigliabili in qualsiasi caso e in tutti i social. Se in qualche occasione possono riuscire a generare qualche clic in più e qualche like, ormai la maggior parte degli utenti ha imparato a diffidare di annunci troppo enfatici o avvincenti. Un creatore di contenuti che li usa si espone al forte rischio di essere considerato poco serio e perfino fraudolento, con la conseguenza che nel tempo gli utenti potrebbero smettere di seguirlo o addirittura di segnalare il contenuto a Facebook.

 

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