Cos’è BeReal e quali sono le sue caratteristiche innovative anche per il marketing BeReal è una nuova app social con caratteristiche innovative che sta diffondendosi sempre più. Ecco perché va tenuta d'occhio e quali prospettive offre al digital marketing

Social app BeReal

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BeReal è un’app per smartphone che propone un nuovo tipo di social network, basato sulla condivisione quotidiana di foto. Può essere installata sia nella versione per Android che per IOS. L’azienda che l’ha realizzata è francese e il suo ideatore e sviluppatore è Alexis Barreyat, che ha affinato le proprie competenze tecniche lavorando per GoPro fino a mettersi in proprio puntando tutto su questo nuovo progetto.

Il lancio di Be Real è avvenuto nel 2020 ma la crescita significativa dei download è avvenuta nel 2022, portando attualmente l’app a una quota di 10 milioni di utenti attivi al giorno. In aprile 2022 ha ricevuto l’investimento di 30 milioni di dollari da parte di Andreessen Horowitz e Accel e il mese successivo anche DST Global ha puntato sulle prospettive offerte dall’app con un investimento di 85 milioni di dollari. Al momento la valutazione dell’app è intorno ai 600 milioni di dollari.

 

In cosa consiste BeReal

BeReal viene presentata semplicemente come un’app di condivisione di foto focalizzata sull’autenticità e l’immediatezza delle immagini pubblicate. Questa descrizione però non basta a comprendere in cosa differisce per esempio da Instagram, che quando è stata lanciata sul mercato delle app sociali si è imposta con l’obiettivo analogo di ritrarre la realtà in modo immediato e diretto. Oggi Instagram è molto distante dal suo punto di partenza, ma non ha perso del tutto il suo carattere originario.

L’innovatività di BeReal è essenzialmente nella modalità di creazione delle foto che impone all’utente. Qualsiasi altra app infatti lascia totalmente libero l’utilizzatore di scattare e pubblicare le foto che vuole e, eventualmente, di editarle con i vari filtri o altri tool integrati nell’applicazione per migliorarle o aggiungere effetti visivi.

BeReal funziona invece in una modalità push: in un certo momento della giornata, diverso ogni giorno, l’app trasmette a tutti gli utenti una notifica chiedendo di scattare e condividere una foto che mostri cosa stanno facendo in quel determinato istante. Per maggiore realisticità e per dare un quadro completo della situazione in cui si trova l’utente, viene creata una foto che unisce l’inquadratura della videocamera frontale con quella posteriore. In sostanza si ha un’immagine della persona che scatta la foto e del contesto fisico in cui è nel momento in cui effettua lo scatto.

Dal momento in cui riceve la notifica l’utente ha due minuti per fare la foto e pubblicarla. È possibile anche pubblicare foto dopo la scadenza del tempo imposto dall’app, ma in questo caso non si potranno vedere le foto pubblicate dagli altri utenti finché non si pubblica un proprio contributo.

 

L'app social BeReal

 

Non è possibile applicare filtri o effetti, per cui l’immagine pubblicata è esattamente quella ripresa dal vivo. Non si possono nemmeno creare video.

Il flusso delle foto pubblicate dagli utenti, se si è caricata la propria, è in tempo reale e l’interazione con i post degli altri utenti si basa sull’attribuzione di un emoji. È anche possibile pubblicare un commento. Si può entrare in relazione anche mediante la chat.

A differenza di quasi tutti gli altri social media, non viene mostrato il numero di follower che ha ciascun utente, mentre è possibile creare una rete di amici con cui rimanere in contatto.

 

Le caratteristiche psicologiche e sociali di BeReal

Se si cerca la differenza principale di BeReal rispetto a tutti gli altri social media basati sul photo sharing, quella che risalta maggiormente è che gli utenti sono pilotati dall’app e non decidono arbitrariamente quando pubblicare (possono farlo, ma perdono larga parte dello spirito del social media). In pratica è BeReal che impone cosa fare e come usare l’app, creando così una forma di dipendenza tipica dell’effetto Tamagotchi, per cui si genera un legame psicologico con l’app che porta a eseguire azioni specifiche in modo compulsivo, esperendo un disagio se quanto richiesto dal software non viene attuato.

Di fatto, BeReal trasforma l’uso della condivisione di immagini in una sorta di gioco in cui la ricompensa è la conferma di essere presente e di mostrarsi sempre al meglio ricevendo il consenso sociale degli altri utenti.

La mancanza di filtri e correttivi grafici impone anche di dedicare attenzione massima alle condizioni in cui ci si trova quando si scatta la foto da pubblicare: non potendo modificarla per eliminare le imperfezioni e avendo pochissimo tempo a disposizione per metterla online l’utente entra in uno stato mentale in cui deve lavorare su sé stesso e sulla propria immagine fisica, piuttosto che su quella virtuale ripresa nella foto. In questo senso l’app introduce il primato del “come sono veramente” piuttosto che “come appaio”, imponendo agli utilizzatori più zelanti e coinvolti un’attenzione costante al proprio look e alla situazione fisica in cui si trovano.

Da un certo punto di vista, BeReal rende ancora più serrato il rapporto tra vita reale e universo digitale, trasformando sostanzialmente qualsiasi momento della vita reale in un momento online. In Instagram, Facebook, TikTok e in quasi tutti gli altri social media l’utente usa il mondo reale per creare una rappresentazione di sé – spesso falsa e artefatta – online. In BeReal usa il social per motivarsi a dare più senso alla vita reale. La compenetrazione dei due piani – quello reale e quello online/virtuale – è sempre più stretta, per alcuni aspetti perfino invertita nella preponderanza di un piano sull’altro.

Non è un caso allora che questa app sta iniziando a spopolare tra gli utenti della generazione Z (nati orientativamente fra il 1996 e il 2010): sono i più inclini a interconnettere costantemente il piano della realtà e quello della virtualità o comunque dell’online. Le loro relazioni sociali sono costantemente mediate dai dispositivi digitali e dalle app e sono pronti a recepire con entusiasmo qualsiasi tipo di innovazione funzionale e operativa che consente di espandere la proiezione del loro mondo reale sull’universo digitale o in generale di arricchirlo con spunti e opportunità provenienti dal mondo online.

 

Il marketing in BeReal

Si sa che per conquistare l’attenzione delle imprese innanzi tutto bisogna portare nell’app una massa critica di utenti tale da giustificare un investimento in termini di sponsorizzazione. 10 milioni di utenti attivi al giorno sono effettivamente una cifra interessante, ma paragonata ai numeri di Facebook, Instagram, TikTok e lo stesso Twitter – per citare solo alcuni degli altri principali social media – è veramente ancora troppo poco.

Al momento, peraltro, l’app non ha implementato nessuna piattaforma per la pubblicazione di inserzioni. Le imprese che volessero utilizzarla per la propria comunicazione devono quindi semplicemente usarla come utenti normali. Tra i primi sperimentatori in questo senso si può menzionare Chipotle, una catena di ristoranti statunitense specializzata in cucina messicana, con locali anche in Canada, Gran Bretagna, Germania e Francia.

Chipotle ha iniziato a utilizzare BeReal in aprile 2022 e semplicemente seguendo le “regole” dell’app ha iniziato a pubblicare codici promozionali che permettevano di ricevere un primo piatto gratuito ai primi 100 utenti pronti a riscattarlo inserendo il codice stesso nell’app di Chipotle. I risultati sono stati incoraggianti, perché entro un minuto tutti i 100 codici venivano utilizzati.

 

Chipotle in BeReal

 

Altre aziende stanno semplicemente usando l’app pubblicando contenuti che perlopiù mostrano il dietro le quinte delle loro attività quotidiane.

 

BeReal: quale futuro?

Difficile dire se BeReal sia l’ennesima app innovativa che godrà di un momento effimero di successo per poi cadere rapidamente nell’oblio. Nella storia di internet e del web si contano innumerevoli startup nate sotto i migliori auspici che sono poi franate nel nulla pochissimo tempo dopo avere conquistato un hype rilevante.

Se le funzionalità dell’app rimarranno limitate alla pura e semplice pubblicazione istantanea di una foto al giorno, è molto alto il rischio che diventi in tempi brevi semplicemente noiosa, dopo un primo periodo di entusiasmo. La previsione quindi è che presto gli sviluppatori dell’app implementeranno nuove forme e opportunità di utilizzo, ma in questa fase è impossibile indovinare quali potranno essere.

Sicuramente a breve saranno integrati dei sistemi di sponsorizzazione, per trasformare un sistema che al momento rappresenta solo un motore di costi in un generatore di introiti. In ogni caso aggiungere l’advertising a un’app è sempre un processo traumatico, che rischia di snaturarne le caratteristiche originali se gli spazi concessi agli sponsor diventano troppo invasivi.

Un’altra spada di Damocle è la reazione della concorrenza, innanzi tutto di Instagram: introdurre un meccanismo simile a quello di BeReal è piuttosto semplice per quello che a tutti gli effetti è uno dei team di sviluppo più abili del mondo a clonare e riproporre le idee altrui.

Più difficile è immaginare che la stessa Meta (o altre società) possa esprimere una proposta d’acquisto dell’app, perché da una parte l’idea di BeReal non è sufficientemente particolare per giustificarla come altra stella della galassia di Mark Zuckerberg – le similarità con Instagram rimangono comunque troppe –, mentre le tecnologie impiegate per realizzarla sono tutto sommato di semplice riproduzione.

In Italia BeReal è ancora ai primi vagiti, per cui l’unico avviso ai marketer è di tenerla d’occhio per capire se acquisirà una forte visibilità anche da noi oppure resterà confinata nella periferia delle app di nicchia che non raggiungeranno mai il mainstream che giustifica investimenti in azioni significative di social media marketing. Con ogni probabilità, se prenderà il volo, sarà da tenere in forte considerazione quando si mira al pubblico dei giovanissimi, molto meno per un target più adulto. Ma, ovviamente, al momento queste sono solo congetture.

 

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