Novità e tendenze del digital marketing nel 2020 Le principali tendenze e novità tecnologiche e strategiche del digital marketing nel 2020. Quali strumenti, tattiche e tecniche nuove dovranno applicare le aziende?

Tendenze del digital marketing nel 2020

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Quali sono le tendenze del digital marketing per il 2020? Quali nuove strategie e tecniche di internet marketing si devono integrare nel proprio piano di attività di comunicazione a sostegno della comunicazione online dell’azienda? Ancora: quali sono le principali novità tecnologiche che prenderanno sempre più il sopravvento nel 2020 e condizioneranno il modo di fare marketing nei media digitali?

A differenza di quanto affermano numerosi falsi guru del marketing, che pretendono di svelare alle aziende quella singola azione di marketing che funziona veramente e capace di portare risultati straordinari, i marketer seri e competenti sanno bene che non esiste un’unica via per sviluppare il business di un’azienda.

L’unica strategia che permette di raggiungere obiettivi di valore si basa su un mix ben congegnato di diversi strumenti, tattiche e tecniche specifiche. Tra questi spesso quelli più efficaci sono proprio le nuove tendenze del digital marketing, che per la loro innovatività o per la loro crescita continua e inarrestabile in termini di impatto sul mercato sono gli strumenti più incisivi e brillanti.

In questo senso i marketer più competenti e pronti a fornire un servizio sempre di altissimo livello ai propri clienti devono tenere in considerazione sia lo sviluppo delle tecnologie applicate alla comunicazione e al marketing, sia le nuove tattiche da introdurre nel proprio piano strategico per conquistare l’attenzione e l’interesse del pubblico.

Ovviamente non tutte le tendenze in fase di sviluppo sono da seguire: alcune si prestano a fornire risultati di valore solo a un determinato tipo di aziende. Per questa ragione non possono essere applicate tutte in modo indifferenziato e senza prima valutare se sono realmente adeguate al marketing dell’impresa che ne valuta l’adozione.

Gli aspetti principali da considerare per determinare se una tendenza può essere introdotta nel proprio piano di marketing o meno sono quattro.

  1. Costo dell’utilizzo della tecnologia, in termini di budget e di tempo operativo delle risorse umane dedicate.
  2. Livello di complessità nell’attuazione e quindi costi di acquisizione delle competenze necessarie.
  3. Tipo di pubblico raggiunto e tipo di relazione con i potenziali clienti che si rende disponibile.
  4. Risultati che le specifiche azioni di digital marketing permettono di conseguire.

 

Valutando correttamente questi fattori in relazione alle specificità dell’azienda è possibile fare una stima del rapporto costi/benefici derivante dall’assunzione della nuova formula di digital marketing nel proprio piano strategico.

Sulla base di questa premessa, ecco quali sono le principali tendenze del digital marketing per il 2020 e alcuni spunti per valutarne l’introduzione nel piano di marketing e comunicazione della propria azienda.

 

L’omnichannel marketing è la base di tutto il digital marketing attuale

Per omnichannel marketing si intende la gestione coordinata e correlata di numerosi canali di comunicazione online e offline contemporaneamente. Oggi chi pensa di potere svolgere tutte le azioni di marketing impiegando un solo canale – per esempio i social media, le email o la SEO – è destinato a ottenere pochissimi risultati.

A causa della crescita costante del numero di messaggi che le aziende rivolgono ai propri pubblici, oggi un utente di internet è molto più resistente alle proposte di marketing. Per questa ragione è indispensabile moltiplicare i touchpoint (punti di contatto in cui un utente online riceve informazioni sull’azienda o sui prodotti), raggiungendo il potenziale cliente ovunque sia possibile.

Inoltre è sempre più importante reiterare i messaggi accentuandone ogni volta la personalizzazione e la specificità, in funzione del comportamento attuato da ciascun utente.

Per esempio un utente clicca su un ad che ha visto in Facebook. Da qui sarà indirizzato a una landing page nella quale potrà lasciare i suoi dati di contatto in cambio di un particolare bonus. Successivamente l’utente potrà ricevere un’email che gli ricorda del prodotto e gli offre uno sconto personalizzato. Nello stesso tempo in Instagram potrà vedere un ad che ribadisce le qualità del prodotto e invita a chiedere più informazioni mediante chat. A quel punto l’utente potrà ingaggiare una conversazione con un operatore – o con un chatbot ben programmato – che gli darà ulteriori informazioni. L’interesse dell’utente sarà ormai molto alto, ma non al punto di spingerlo all’acquisto, così deciderà di fare una ricerca in Google di prodotti simili a quello che sta considerando. Qui troverà l’inserzione in Google Ads dell’azienda che gli richiamerà il prodotto. E così via.

In sostanza l’azienda deve continuamente produrre comunicazione, raccogliere i dati risultanti (contatti, engagement, comportamenti specifici, pagine visualizzate, ecc.) e sulla base di questi avviare nuove azioni di comunicazione sempre più personalizzate e su quanti più canali correlabili possibili.

Nel 2020 il digital marketing di successo sarà una commistione di azioni di comunicazione interconnesse e capaci di avvincere sempre di più il cliente dovunque si trovi online e offline.

 

L’uso dell’intelligenza artificiale diventerà sempre più pervasivo

La crescente complessità delle azioni di marketing da attuare trova un sostegno importante nello sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA). Si stima attendibilmente che il mercato dell’IA toccherà la quota di 190 miliardi di dollari entro il 2025. Gartner dal canto suo prospetta che il 30% delle attività di vendita delle aziende integreranno l’IA nei loro sistemi.

Un’indagine di Habr mette in chiara evidenza in che modo l’IA può portare vantaggi alle aziende:

Ragioni dell'adozione dell'intelligenza artificiale nel digital marketing
Ragioni dell’adozione dell’intelligenza artificiale nel digital marketing

 

In buona sintesi l’IA è in grado di sostenere l’azienda nella rilevazione dei comportamenti dei clienti attuali e potenziali online e pianificare le risposte vincenti a queste azioni rilevate. Già Google e Facebook stanno introducendo nelle loro piattaforme di advertising delle modalità in cui il sistema in piena autonomia rileva le azioni e le reazioni degli utenti e definisce di conseguenza le formule migliori con cui presentare gli annunci.

Altre aziende che sviluppano software e app sono al lavoro per creare e perfezionare nuovi strumenti utili all’analisi evoluta dei dati rilevati, alla gestione del rapporto con i clienti, allo sviluppo di conversazioni uomo-computer sempre più indistinguibili da quelle che si possono tenere con un operatore umano, ecc.

In generale l’IA trova ampi spazi di utilizzo in connubio con le tecnologie di automazione che si possono introdurre. Per esempio chatbot, marketing automation, analisi e interpretazione dei dati degli utenti orientate alla previsione di comportamenti futuri, creazione di risposte e interazioni dirette non intermediate da operatori umani, ecc.

Le aziende dovranno capire come avvalersi di queste nuove opportunità tecnologiche e come integrarle nel proprio strumentario di marketing digitale.

 

La marketing automation diventerà sempre più imprescindibile

La marketing automation è l’insieme delle tecnologie e delle operatività che consentono di automatizzare dei processi complessi di comunicazione con gli utenti.

In combinazione con l’intelligenza artificiale, la marketing automation può facilitare significativamente il conseguimento di una quantità di obiettivi, che vanno dal miglioramento del rapporto con gli utenti nelle conversazioni dirette su grandi numeri di interazioni, alla massimizzazione dell’efficacia dei messaggi di email inviati a una mailing list, all’aumento dell’efficienza di un sistema di e-commerce (per esempio generando nuove vendite dai carrelli abbandonati o dalla visita di pagine specifiche), alla creazione di nuove proposte di acquisto in funzione dei comportamenti che un utente esplica in un determinato sito, ecc.

Attualmente, implementare soluzioni di marketing automation nelle campagne di email marketing e nei servizi di chat tramite la programmazione di chatbot significa accrescere enormemente le opportunità di costruzione di relazioni positive con i clienti, senza dovere svolgere un lavoro “manuale” di dialogo con ciascun utente che cerca una conversazione con l’azienda.

Questo si traduce in una riduzione apprezzabile dei costi di marketing nel medio e lungo termine, nella eliminazione di numerosi colli di bottiglia operativi (principalmente nella gestione del rapporto in real time con i clienti tramite chat), nell’agevolazione della messa in atto di strategie multichannel.

Inoltre grazie all’impiego di software sofisticati di marketing automation è possibile gestire una quantità di processi differenti da un’unica piattaforma centralizzata, con un evidente risparmio di tempo e di risorse.

 

Progressiva predominanza del conversational marketing

Il conversational marketing è quel tipo di marketing che si basa sulla costruzione di un dialogo personale e a due vie con un cliente o un gruppo di clienti. Si può dire che qualsiasi tipo di digital marketing ormai debba puntare alla generazione e alla gestione di conversazioni.

Nell’era dei social network e della capacità di rilevare i singoli comportamenti e le specifiche aree di interesse degli utenti online, le aziende non hanno più alibi: devono conversare con i loro clienti attuali e potenziali, in modo individuale e dialettico.

Le aziende devono riuscire a intercettare le esigenze e i desideri di ciascun utente e offrire soluzioni specifiche. Per farlo devono sapere interpretare tutti i dati sugli utenti a loro disposizione e soprattutto devono impegnarsi a conversare con loro non più come una massa indistinta – o categorizzata solo in base a specifiche catalogazioni sociodemografiche – ma sviluppando un dialogo unico e particolare con ciascuna persona.

Ovviamente quando si ha a che fare con grandissimi numeri di utenti che entrano in contatto con le aziende è estremamente difficile gestire conversazioni particolarmente approfondite. In questo diventa fondamentale ricorrere proprio a quei sistemi di intelligenza artificiale e di automatizzazione di cui si diceva in precedenza.

Programmando bene un chatbot, per esempio, è possibile dare all’utente la sensazione di stare conversando con un vero operatore. L’operatore umano potrebbe entrare in campo solo al termine della conversazione o nei casi in cui il chatbot non è in grado di interagire adeguatamente.

Anche la produzione dei contenuti deve avere come obiettivo la nascita di conversazioni tra il pubblico e l’azienda. I testi, le immagini e i video devono essere quanto più possibile capaci di suscitare nei fruitori la voglia di interagire. Questo potrà avvenire direttamente tramite commenti, condivisioni o like, ma anche tramite il ricorso alle chat che mettono in contatto diretto l’utente con il front-office online aziendale.

In generale nel 2020 le strategie più efficaci di digital marketing saranno quelle che sapranno coinvolgere in prima persona gli utenti e portarli a un rapporto diretto e personale con l’azienda e i suoi operatori. Del resto già nel 1999 il Cluetrain Manifesto sanciva: “I mercati sono conversazioni”. Mai come nel 2020 questa tesi profetica ha trovato la sua piena applicazione nelle strategie vincenti del digital marketing.

 

Nuove tecniche SEO: A/B testing

Molti analisti americani annunciano già da un po’ che l’era della SEO come è stata concepita finora si avvia al termine. Costruire testi imperniati intorno a parole chiave ben studiate e incastonate nelle frasi non basterà più a orientare Google verso la concessione di un buon posizionamento nelle SERP. Sempre meno conteranno i backlink, che Google guarda con un interesse sempre meno vivo, ben sapendo che è molto facile manipolarli.

In futuro Google punterà a eliminarne quasi del tutto l’influenza sui processi che definiscono l’indicizzazione e il posizionamento delle pagine e dei siti, sostituendo tutto con delle logiche basate sull’interpretazione attiva dei testi e dei contenuti delle pagine tramite l’uso massivo di algoritmi fondati sull’intelligenza artificiale.

Attualmente però il complesso di algoritmi di Google rimane perlopiù basato sulle formule cristallizzate intorno alle parole chiave, ai backlink e a una quantità di altri parametri ben noti ai SEO professionisti. Peraltro in Italia gli algoritmi sono effettivamente molto meno sofisticati rispetto a quelli che agiscono su testi e siti in lingua inglese.

In Italia la SEO semantica, obiettivo primario di Google già da molti anni, tarderà parecchio ad arrivare, perché Google non è incline a cospicui investimenti per applicare alla lingua italiana i vari algoritmi pensati per l’inglese.

In compenso anche l’utenza italiana è interessata da una delle più interessanti novità in ambito SEO: il SEO A/B testing. Si tratta di un insieme di tecnologie di terze parti (ossia non di Google) che testano in modo non illecito gli algoritmi di indicizzazione e permettono di confrontare più versioni di una pagina, allo scopo di vedere quale porta risultati migliori nel posizionamento. Un software utile all’A/B testing in chiave SEO è per esempio ClickFlow.

Tecnologie di questo tipo sono ancora di nicchia, ma inizieranno a trovare un utilizzo sempre più ampio proprio nel 2020 da parte dei digital marketer che vogliono usare la SEO come leva importante delle loro strategie di visibilità online.

 

Voice search e visual search cresceranno sempre di più

L’uso degli smartphone sta portando gli utenti a effettuare le ricerche in Google in modo sempre più indipendente dall’uso della tastiera e delle text query. Una funzionalità non recentissima che sta diventando sempre più utilizzata è la ricerca vocale (o voice search): gli utenti anziché scrivere un testo che corrisponde a quello che cercano parlano a Google esprimendo a voce quello che vogliono trovare. Questo tipo di query tende a essere più libera e meno strettamente inquadrata in una serie di parole chiave. Quando si parla si tende a essere meno sintetici e più discorsivi e le query tendono a diventare più ampie e meno focalizzate.

Quando si costruiranno contenuti in ottica SEO, nel 2020 si dovrà prevedere anche in che modo gli utenti potrebbero fare delle ricerche vocali che possano essere indirizzate proprio a quel contenuto. Un’analisi non semplice – perché i gradi di libertà sono maggiori quando si parla, rispetto a quando si scrive – ma importante se si vuole collocare il proprio contenuto in alto nelle SERP anche quando gli utenti fanno le voice search.

Anche le visual search sono sempre più usate. Gli utenti possono fare l’upload di un’immagine per trovare altri contenuti affini. Google Lens addirittura oggi permette di scattare una foto e proporla come query. Il software del motore di ricerca è in grado di identificarne il contenuto e restituire altri contenuti pertinenti.

I contenuti che Google Lens è in grado di rilevare sono: abbigliamento e casalinghi, codici a barre, business card, libri, dépliant o pubblicità di eventi, paesaggi o edifici rilevanti, quadri celebri, piante e animali.

Per ottenere di essere presenti in questo tipo di ricerche le aziende dovranno pubblicare quante più immagini dei propri prodotti per fare sì che il sistema possa associarli alle ricerche. Inoltre dovranno cercare di creare contenuti brandizzati legati anche a luoghi, eventi, ecc., in modo da essere collegati a ricerche non direttamente attinenti all’azienda, al brand o ai prodotti/servizi.

 

La georeferenziazione e il local marketing diventeranno fondamentali

Le aziende che lavorano su mercati locali, ossia fisicamente legati a un certo territorio ben delimitato, non potranno più evitare l’adozione di strategie che integrano la georeferenziazione e il local marketing. Il digital marketing del 2020 punterà a rintracciare sempre più gli utenti che si trovano in una certa area fisica, inviando loro una serie di messaggi specifici e coinvolgenti.

Sia nelle ricerche in Google – con Google My Business – sia nei principali social media, la parola d’ordine è: correlare il contenuto al luogo in cui si trova un utente.

 

Per esempio un negozio può creare delle campagne di advertising specifiche per tutte le persone che si trovino in una determinata area intorno al punto vendita, in modo da indurle a visitarlo. I marketer di un centro commerciale possono individuare tutti i visitatori a partire dalla georeferenziazione e inviare delle campagne di advertising mirate o dei messaggi diretti in chat.

Le tecnologie che consentono questo tipo di azioni di digital marketing sono tutte disponibili e le aziende che sapranno adottarle nel 2020 sono quelle che vedranno crescere il loro fatturato in modo considerevole.

 

Il video marketing e il live streaming restano i contenuti più apprezzati

Che i video siano i contenuti più coinvolgenti e interessanti per gli utenti non è una novità. Da qualche anno ormai sono il tipo di post che maggiormente invade i newsfeed nei social. Stando a una ricerca di Hubspot del 2018 più del 50% degli utenti chiede di vedere più video relativi a brand o prodotti che apprezzano.

Se questo era vero già due anni fa, nel 2020 è la tendenza definitiva del digital marketing a cui nessuna azienda può più tentare di sottrarsi. Fare video è ormai assolutamente indispensabile per primeggiare nella contesa dell’attenzione dei consumatori.

Va sottolineato anche che tutti gli algoritmi dei social media privilegiano i video rispetto a qualsiasi altro genere di contenuto pubblicato. Chi pubblica video ha molte più probabilità di raggiungere un pubblico ampio rispetto a chi mette online altre forme di contenuto.

Ovviamente non qualsiasi video va bene: le aziende in questa competizione devono puntare a creare video di qualità, che davvero conquistino gli utenti e offrano emozioni e idee capaci di distinguersi dalla massa dei contenuti online. Un’azienda che fa digital marketing nel 2020 deve valutare seriamente di mettere a budget una somma congrua per il videomarketing e per la realizzazione di video veramente particolari.

Se un video di qualità può costare molto, non si può dire lo stesso per il live streaming. Basta una buona videocamera (anche uno smartphone di fascia medio-alta va benissimo) per creare un live streaming di valore a costi irrilevanti.

Gli utenti hanno dimostrato negli ultimi anni di apprezzare molto le dirette nei social. Le aziende che sanno realizzare dei live interessanti durante i quali riescono a dialogare con il pubblico possono crescere significativamente nell’apprezzamento dei loro fan.

 

I contenuti testuali vincenti saranno sempre più lunghi e più interattivi

È finita l’era delle news brevi o dei contenuti rapidi e istantanei, se si punta a ottenere risultati buoni nella SEO o a conquistare veramente gli utenti. Il web ormai è invaso da testi di ogni tipo e quelli che possono avere speranza di posizionarsi sempre meglio nelle ricerche sono quelli più esaustivi e completi.

I long form, quei testi che hanno almeno 3.000 parole, sono quelli che nel web saranno più visibili. Le aziende che puntano al blog marketing e al content marketing sono avvisate: assoldate editor e redattori capaci di articolare lunghi contenuti di alta qualità o rivolgetevi ad agenzie specializzate capaci di produrre contenuti editoriali per il marketing ampi e approfonditi.

Se si parla di qualità, qualsiasi contenuto dovrebbe puntare a generare interazioni. Le interazioni possono essere inglobate nel contenuto stesso: per esempio sondaggi e quiz, video VR a 360 gradi, contenuti di realtà aumentata.

 

 

 

In generale i contenuti di maggiore successo sono quelli che vengono percepiti dal fruitore come una vera e propria esperienza memorabile. Nel 2020 le aziende dovranno riuscire a trasmettere emozioni forti, ma soprattutto portare il pubblico a vivere una vera e propria espansione dei propri orizzonti e del proprio mondo attraverso i contenuti.

In sostanza il buon contenuto deve essere straordinario, particolareggiato, avvincente e capace di costruire un legame emotivo tra il brand e il suo pubblico. Non è facile, ma è la sfida che il nuovo anno pone ai produttori di contenuti digitali.

 

Le Storie sono le regine dei social

Se i video dominano nel campo dei contenuti più visti, le Storie sono le aree dei social in cui gli utenti sono più presenti e attivi. Dal 2013, anno in cui hanno fatto la loro comparsa in Snapchat, le Storie sono entrate come componenti primarie nei più importanti social e hanno trovato uno spazio anche nelle piattaforme di direct messaging.

In Instagram circa 500 milioni di utenti al giorno guardano le Storie, che sono ormai una delle funzionalità più significative del social media marketing. TechCrunch illustra in un grafico il carico di Storie che viene prodotto ogni giorno in Instagram, Facebook, WhatsApp e Snapchat.

Numero di Storie prodotte quotidianamente nei vari social
Numero di Storie prodotte quotidianamente nei vari social

 

Le Storie hanno delle modalità proprie con cui gli utenti possono interagire. Ad esempio in Instagram si possono creare sondaggi, legarle a luoghi specifici, aggiungere menzioni, introdurre call to action di vario genere, ecc.

I vantaggi principali derivanti dall’uso delle Storie in un piano di digital marketing si riscontrano soprattutto nell’incremento della brand awareness.

Inoltre le Storie hanno un linguaggio che appassiona fortemente il pubblico di utenti più giovani. Video brevi e messaggi animati e istantanei sono proprio quei contenuti che i giovanissimi apprezzano maggiormente, per cui le aziende che hanno come target i teenager e il pubblico sotto i 25 anni non possono evitare di produrre Storie per il loro digital marketing del 2020.

 

Browser Push Notifications

Sono sempre più frequenti i siti che hanno già implementato la proposta rivolta agli utenti di ricevere notifiche push sugli aggiornamenti. Le notifiche che vengono visualizzate nel browser ottengono immediata attenzione e quindi un tasso di apertura più elevato.

Inoltre possono essere collegate a eventi specifici – come i carrelli abbandonati – e possono includere anche immagini e call to action.

Nel 2020 conviene senz’altro inserire questo tipo di strumento nell’armamentario di comunicazione di un sito. Si possono ottenere risultati di digital marketing complementari a quelli delle email: queste ultime infatti producono una risposta asincrona rispetto a quando vengono inviate, ossia l’utente le apre o in generale interagisce con le email ricevute parecchio tempo dopo il loro invio.

Al contrario, le notifiche push ottengono una risposta istantanea dall’utente. Per proposte di marketing a tempo o in scarsità (scarcity selling) possono essere le forme di comunicazione più efficaci.

 

L’influencer marketing darà più importanza ai micro-influencer

Da diversi anni l’influencer marketing è entrato di diritto tra le forme di marketing online più apprezzate dai marketer e dalle aziende. Gli influencer hanno un proprio pubblico di fedelissimi che spesso è proprio quello che le aziende vorrebbero raggiungere con la loro comunicazione.

Spesa globale in influencer marketing
Spesa globale in influencer marketing

 

Finora l’influencer marketing delle aziende capaci di investire budget più ponderosi si è rivolto soprattutto a quegli influencer con centinaia di migliaia di follower, se non addirittura milioni. La prova dei fatti però ha dimostrato come un influencer con 500.000 follower, molto costoso da ingaggiare, ottiene risultati più scadenti rispetto a un gruppo di influencer da poche decine di migliaia di follower.

Questi ultimi infatti hanno un rapporto con i propri fan molto più stretto e assiduo e sono considerati mediamente più sinceri e attendibili rispetto ai top influencer. Considerando il rapporto costo/beneficio, alla resa dei conti l’effetto di passaparola che un micro-influencer è in grado di innescare è superiore rispetto a quello prodotto da un top influencer.

Identificare e arruolare gli influencer più piccoli e attivi è una delle tendenze dell’influencer marketing attuale. Nel 2020 integrare nel proprio piano di digital marketing il reclutamento di una quantità di micro-influencer sarà una pratica che porterà grandi risultati.

La previsione è che ci saranno sempre nuove app e software dedicate al rintracciamento e alla valutazione degli influencer nei vari canali social e web. Quelle attuali svilupperanno delle nuove funzioni gestite da tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, per determinare le performance dei vari influencer, il livello di coinvolgimento esplicato sui follower, il grado di attività, la quantità di falsi follower, la pertinenza con le caratteristiche di un prodotto o di un brand, ecc.

 

Micromomenti: dare sempre all’utente l’opportunità di fare quello che desidera

I micromomenti possono essere definiti come dei particolari momenti in cui un utente è pronto a effettuare una specifica azione, per esempio di approfondimento su un certo argomento, di iscrizione a qualche servizio, di acquisto di un prodotto.

I 4 tipi di micromomenti
I 4 tipi di micromomenti

 

Nel customer journey (il percorso che un utente fa online e offline prima di decidere un acquisto) non si può mai prevedere con esattezza quando un utente è pronto a fare qualcosa. I funnel di inbound e outbound marketing sono ancora attualissimi ed efficaci, ma non danno indicazioni definitive sul comportamento degli utenti in ogni situazione online.

Per questa ragione è indispensabile che l’azienda offra sempre agli utenti l’opportunità di seguire il proprio impulso a fare qualcosa. Benché nel 2020 il potenziale cliente giunga più lentamente alla decisione finale di acquisto o in generale al compimento di una determinata azione, quando questa arriva non vuole trovare barriere al suo compimento.

Massima attenzione quindi alle funzionalità presenti nei siti: tutto deve essere eseguibile con il minore numero di click e passaggi e qualsiasi procedura – di iscrizione, di acquisto, di risposta a una call to action, ecc. – deve essere chiara e totalmente fluida. L’utente non deve mai chiedersi come fare una certa azione, o domandarsi cosa stia effettivamente facendo.

Ovviamente bisogna studiare al meglio dove gli utenti nel loro customer journey possono decidersi a compiere delle azioni e quali possono essere queste azioni. In questo modo è possibile sia indurle tramite contenuti e call to action ad hoc, sia posizionando funzionalità nei punti giusti del percorso dell’utente online che possono soddisfare le sue esigenze di effettuare determinate azioni.

 

In conclusione, nel 2020 il digital marketing è sempre più strategico e strutturato. C’è sempre meno spazio per l’improvvisazione e tutte le tattiche e le tecniche devono essere bene articolate e relazionate, in modo da creare un rapporto continuo e intenso con i clienti attuali e potenziali.

Le aziende dovranno aumentare le competenze del proprio personale interno che si occupa del digital marketing o rivolgersi ad agenzie serie e competenti innanzi tutto sul piano dell’analisi strategica. Agenzie o professionisti esperti solo di un tipo di digital marketing saranno sempre meno competitivi e interessanti per le aziende e potranno garantire risultati sempre più limitati e insoddisfacenti.

Sia che scegliate i nostri servizi di digital marketing, sia che troviate un’altra agenzia di riferimento di eguale valore, dovrete richiedere e riscontrare un’elevata competenza tanto nella visione strategica, quanto nella conoscenza approfondita di tutti i principali strumenti operativi e delle tendenze del digital marketing per il 2020. Se volete conoscere meglio i nostri servizi contattateci. Potremo aiutarvi a fare crescere la vostra azienda con una formazione ad hoc o con la nostra esperienza e competenza nell’erogazione di servizi di digital marketing.

 

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1 comments

Complimenti per l’articolo ben dettagliato sulle novità riguardo al digital marketing 2020! Sono d’accordo sul fatto che serva una visione strategica, partendo da un’analisi iniziale. Nel caso in cui un’azienda si rivolga a un’agenzia, è important bilanciare conoscenza interna ed esterna per arrivare al giusto equilibrio.
Un saluto!

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