Come usare gli hashtag nel modo corretto: una breve guida Una guida breve con alcune indicazioni chiave su come usare gli hashtag al meglio e migliorare la comunicazione nei social media

Come usare gli hashtag nel modo corretto

Hai una piccola impresa? Scopri come fare digital marketing in autonomia

 

Chiedersi come usare gli hashtag correttamente significa capire come influenzare i risultati e gli esiti delle nostre campagne e dei nostri post nei principali social network.  Gli hashtag sono essenziali infatti per categorizzare e contestualizzare i nostri contenuti, in modo che sia più semplice trovarli per gli utenti, e per raggiungere un bacino di clienti più grande e aumentare il tasso di engagement.

Nonostante sia indubbia la loro efficacia, una parte degli utenti li trova fastidiosi e addirittura una fonte di distrazione. Gli unici responsabili di un tale risultato sono coloro che li usano in maniera indiscriminata, senza una strategia ben precisa e senza criterio. Ecco una guida con una serie di consigli su come usare bene gli hashtag e migliorare la qualità della comunicazione nei social media.

 

1. Non sono adatti a tutti i social network

Il primo a introdurre gli hashtag fu Twitter dove ancora oggi hanno senso e riscuotono un discreto successo, in quanto sono utili a categorizzare i post e fare gruppo durante una discussione su un dato argomento.

Poi venne il turno di Instagram, tanto che qualcuno inizialmente ha pensato che questo social fosse una scopiazzatura di Twitter, ma nel tempo il social network delle immagini istantanee ha saputo conquistare una sua identità fortissima e oggi ha già superato il social dei cinguettii in termini di utenti attivi e di interesse da parte delle aziende nelle loro azioni di social media marketing.

Probabilmente è per questo che anche gli altri social hanno iniziato ad adeguarsi alla moda degli hashtag, seppur non raggiungendo i risultati sperati: su Facebook ad esempio, nonostante possano essere uno strumento utile per scoprire cosa pensa la piattaforma su un dato argomento, non sono così usati come si potrebbe credere. Anzi, secondo più di uno studio condotto nel tempo, l’uso degli hashtag nei post provocherebbe una diminuzione del tasso di interesse e di coinvolgimento negli utenti raggiunti.

Su Pinterest possono essere usati nei commenti, ma poi di fatto per fare una ricerca basta usare le sole parole chiave.

Gli hashtag sono presenti anche in LinkedIn, ma gli utenti ne fanno un uso scarso e poco convinto, più o meno come in Facebook.

 

2. Non c’è bisogno di usarli sempre

È chiaro già dal punto precedente che sapere come usare gli hashtag correttamente in certi casi significa non usarli affatto! Per quanto non possiamo mettere in dubbio la loro efficacia non è obbligatorio che vengano usati sempre, per ogni singolo post che pubblichiamo.

Anche nei social network in cui gli hashtag sono più che consentiti, come in Twitter, un hashtag inutile o utilizzato male darebbe risultati peggiori e potrebbe fare più danni di un hashtag non inserito. Ricordiamoci, infatti, la regola numero uno: scegliere gli hashtag in base al contesto e alle preferenze del nostro target.

 

3. Quanti hashtag possiamo usare?

Anche la questione del numero di hashtag da usare in un post dipende e cambia da social a social. Se abbiamo dunque capito che su Facebook il numero perfetto nella maggior parte dei casi è zero, per quanto riguarda Twitter e Instagram il discorso è completamente diverso.

In Twitter finché la dimensione di un tweet è stata di 140 caratteri le analisi su un campione largo di messaggi inviati dagli utenti hanno mostrato che fosse più conveniente usarne un paio al massimo. Da quando il social dei micromessaggi ha allargato il tweet a 280 caratteri (ossia da settembre 2017) questa indicazione è stata rimessa in discussione. Si stanno svolgendo analisi da parte di agenzie specializzate per capire se gli utenti adesso sono disposti a tollerare anche più di un paio di hashtag a messaggio senza provare fastidio. In generale però pare che l’avvertimento di non usarne più di 3 a tweet rimanga valido.

A differenza di Twitter, in Instagram invece si registrano maggiori tassi di coinvolgimento degli utenti inserendo tra 9 e 12 hashtag. In generale va detto che, essendo la comunicazione di Instagram prettamente visuale, gli utenti non sono irritati da un eccessivo stuolo di hashtag a corredo di un’immagine. Inserire molti hashtag peraltro rende più probabile che gli utenti del social possano trovare il post quando fanno una ricerca proprio basandosi sugli hashtag.

 

4. Non devono essere troppo lunghi

Per essere efficaci e raggiungere il successo sperato gli hashtag non devono essere troppo lunghi e di difficile comprensione o lettura. Per questo oltre al numero di caratteri occorre prestare attenzione a come li scriviamo e usare le lettere maiuscole al posto degli spazi può essere un’ottima soluzione. Se vogliamo che i nostri hashtag si viralizzino infatti devono essere chiari e semplici da ricordare.

Inutile dire che non devono nemmeno essere eccessivamente brevi o monosillabici: questo renderebbe gli hashtag privi di un’identità o di un senso, scoraggiando gli utenti dall’usarli e quindi vanificandone l’efficacia.

 

5. Dove si mettono gli hashtag?

Trattiamo la questione posizione. Questo discorso vale soprattutto per Twitter, ma può rivelarsi essenziale per la riuscita dei nostri post. Nonostante l’uso più diffuso sia quello di cercare di incorporarli all’interno del messaggio (necessità nata probabilmente per questioni di spazio), il nostro consiglio è invece di usarli alla fine, specialmente ora che in Twitter si hanno più caratteri a disposizione. In questo modo si renderà il tweet più leggibile.

Per ottenere il miglior risultato dall’uso degli hashtag in Instagram, in cui non manca lo spazio per il testo, è senz’altro meglio inserire una lista di hashtag al termine del messaggio, magari distanziandoli bene dal corpo del messaggio stesso, per esempio separandoli con dei righi vuoti preceduti da un punto o da un asterisco.

 

6. Quando conviene creare hashtag originali e quando invece usare quelli già esistenti?

Quando si scelgono gli hashtag conviene sempre fare una ricerca direttamente in Twitter o in Instagram. Per ciascuno degli hashtag che si presume di impiegare va eseguita una ricerca (senza omettere il cancelletto) per vedere se effettivamente è utilizzato. Se tra i risultati quello scelto non compare significa che non è usato dagli utenti, perciò inserirlo nel messaggio non porterebbe particolari benefici in termini di visibilità.

In alcuni casi può convenire creare un hashtag originale. Perché abbia senso però deve essere legato a un evento che si sta promuovendo e al quale si sta dando la massima risonanza al di fuori di Twitter o Instagram. Altrimenti l’hashtag creato non servirà a nulla, anzi per alcuni aspetti potrà produrre un effetto boomerang: un utente che decidesse di cliccarlo e scoprisse che nessuno l’ha usato penserebbe immediatamente che l’azienda non ha alcuna visibilità, con una ricaduta d’immagine negativa.

 

Gli hashtag in generale aiutano le aziende a comunicare online. Ma una buona comunicazione è frutto di una strategia e una pianificazione attenta e consapevole, in cui vengono applicate le logiche e le tecniche di marketing online più attuali ed efficaci. Se hai bisogno di suggerimenti o consigli per migliorare la tua comunicazione di marketing nel web siamo non esitare a contattarci: la nostra competenza è a tua disposizione!

 

Chiedici subito una consulenza gratuita:
ti daremo i nostri suggerimenti su come migliorare
il tuo digital marketing e vendere di più.

Prenota subito una consulenza gratuita

 

Related posts

Lascia un commento

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.