4 errori di retargeting che le aziende dovrebbero smettere di commettere 4 errori di retargeting da non fare per non intaccare la salute del business online di un'azienda

4 errori di retargeting che le aziende dovrebbero smettere di commettere

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Quali sono gli errori di retargeting che le aziende devono assolutamente evitare in modo da non minare il proprio business? Prima di rispondere a questa domanda è bene innanzitutto chiarire che, nonostante quel che pensano i più, retargeting e remarketing non sono la stessa cosa. Entrambi comprendono una serie di azioni volte a migliorare il tasso di conversione tra coloro che già sono entrati in contatto con i nostri prodotti e servizi; ma ciò che li distingue è il canale utilizzato. Mentre con il retargeting parliamo essenzialmente di annunci su social network, siti internet, sui motori di ricerca, ecc. il remarketing viene fatto per email. Tuttavia sebbene queste due azioni, affini seppur diverse, si riferiscano a due canali differenti, la lista dei 4 errori di retargeting che le aziende dovrebbero smettere di commettere al più presto può essere utile per prevenire scivoloni e perdite di tempo e di denaro anche nel remarketing.

 

 
 
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1. Il target non risulta diviso in segmenti

Un’operazione di retargeting scevra da errori presuppone che si conosca il proprio target di riferimento. Occorre sapere quando ci ha visitato l’ultima volta, cosa ha fatto sul nostro sito, se si è soffermato su alcuni articoli o servizi e così via. Soltanto in questo modo potremo confezionare dei messaggi pubblicitari che parlino in maniera diretta al cliente finale, che sentendosi capito e considerato non potrà che darci la giusta attenzione che meritiamo.

 

2. Il messaggio è sempre lo stesso

Una volta che abbiamo delineato il profilo del nostro interlocutore dobbiamo studiare un messaggio appropriato alle necessità dell’utente, ma anche dell’azienda. Purtroppo uno degli errori più diffusi di retargeting è quello di reiterare per tutta la durata della campagna lo stesso messaggio. Anche se pensiamo di avere svolto il lavoro migliore possibile, non sempre riusciremo a ottenere una reazione a prima botta e la reiterazione del messaggio potrebbe portare il target ad annoiarsi e a perdere interesse. Meglio quindi preparare più di un messaggio o più versioni in modo da potere spaziare e fare dei test fino al raggiungimento dell’obiettivo.

 

3. Assenza di una landing page

Creare una landing page adeguata al tipo di messaggio e di comunicazione che desideriamo mettere in campo è assolutamente consigliabile. Solo perché il target in questione ci conosce, è entrato in contatto già con i nostri prodotti e servizi o ha semplicemente visitato il nostro sito non significa che non abbia bisogno di essere accompagnato nella sua decisione di acquisto o verso qualsiasi altra forma di conversione.

 

4. Non è possibile tracciare le conversioni

Il retargeting altro non è che una strategia di digital marketing e qual è la regola numero uno di qualsiasi strategia di marketing online e offline che si rispetti? Qualsiasi sia l’azione che si metta in atto, deve essere possibile misurarne i risultati. Nel caso del retargeting questo significa implementare strumenti che consentano di tracciare le conversioni. Solo in questo modo potremo sapere se la nostra strategia sta sortendo qualche effetto o se piuttosto dovremmo operare qualche aggiustamento.

 

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