Ci sono numerosi indicatori che si possono usare per misurare l’efficacia dei contenuti pubblicati in un sito o in un blog. Lo scopo è quello di definire in modo oggettivo se il lavoro di content marketing che si sta svolgendo sta portando dei risultati concreti e quali sono questi risultati. Sulla base di quello che si riscontra si può intervenire con dei correttivi e dei miglioramenti utili a dare sempre più ampia visibilità ai contenuti prodotti e soprattutto a incrementare l’interesse e l’engagement del pubblico.
La maggior parte dei blogger e dei content manager però solitamente tende a non usare un metodo rigoroso e onnicomprensivo nell’analisi degli esiti del proprio lavoro. Quasi sempre considerano soltanto alcuni aspetti in modo massimalistico e non mettono in luce adeguata numerosi fattori che invece concorrono in modo significativo a determinare il valore del content marketing svolto.
L’agenzia americana Orbit Media Studios ha realizzato un’infografica che raccoglie tutti i principali indicatori che ogni content manager o content marketer dovrebbe tenere sotto controllo. Sono in tutto 10 e nel loro complesso permettono di capire se l’efficacia di un sito o di un blog è alta in riferimento ai suoi contenuti e alla loro gestione.
1. Traffico sul sito
Questo parametro va monitorato in modo costante. Utilizzando Google Analytics o un altro sistema di rilevazione delle statistiche di traffico, si deve capire se il pubblico è in crescita o in calo, cosa apprezza di più, come si muove sul sito, da dove arriva al sito, ecc. Per usare una metafora, l’analisi del traffico è la misurazione del battito cardiaco e della pressione sanguigna dell’efficacia e del valore di un sito web.
2. L’andamento delle iscrizioni alla mailing list
Se permettiamo agli utenti di iscriversi a una mailing list o in qualche modo raccogliamo email di utenti mediante tecniche di lead generation – ed è altamente consigliabile farlo – dovremo controllare l’andamento delle iscrizioni nel tempo. Una buona formula, riferita a un certo intervallo di tempo, è: (Numero di nuovi iscritti) – (Numero di utenti che si sono disiscritti) / Numero complessivo di utenti iscritti alla mailing list.
3. Posizionamento nei motori di ricerca
Definire quanto traffico esattamente riusciamo a portare da Google è sempre più difficile. Ciononostante la SEO rimane uno degli aspetti a cui si deve rivolgere la massima attenzione. In modo regolare occorre verificare su quali parole chiave è possibile trovare i nostri contenuti nelle prime pagine dei motori di ricerca e su quali invece si deve lavorare per ottenere posizionamenti migliori.
4. Tempo di permanenza nel sito
Questo è uno dei parametri che Google Analytics rileva in modo accurato. Più è alto il valore medio e quello di ciascun contenuto, più avremo la certezza che il pubblico legge i nostri articoli, guarda i nostri video o in generale fruisce i nostri contenuti. Se il dato risulta troppo basso significa che ci sono degli aspetti che non piacciono agli utenti: per esempio c’è troppa pubblicità che rallenta il caricamento di una pagina e di conseguenza gli utenti la abbandonano rapidamente, il contenuto non è realmente interessante, la trattazione del contenuto non è chiara o scorrevole, ecc.
5. Follower nei social media
Il comportamento degli utenti nei social media è un eccellente indicatore del gradimento di un contenuto e quindi dell’efficacia del nostro lavoro di content management. Se un contenuto è stato condiviso nei social ed è stato visto da un congruo numero di utenti, le reazioni ottenute dipendono in gran parte dalla qualità del contenuto stesso. Ricevere pochissime interazioni e avere pochissimi follower stabili significa che dobbiamo correggere alcuni aspetti della produzione e diffusione dei nostri contenuti.
6. Condivisioni nei social media
Un utente che apprezza un contenuto molto spesso è portato a condividerlo. Misurare la quantità di condivisioni che un contenuto ha prodotto significa identificare quei contenuti che sicuramente sono risultati più graditi e quindi nel tempo si potrà concentrare il lavoro di pubblicazione sulle tematiche che sono più apprezzate e interessanti.
7. Link esterni che puntano al nostro sito
Se pubblichiamo contenuti di valore presto ci saranno altri siti e altri utenti che inizieranno a fare riferimento al nostro sito. In generale inizieranno a menzionarlo tramite link che puntano proprio alle pagine in cui si trovano i nostri contenuti migliori. Questo incrementerà il valore del nostro sito anche nelle indicizzazioni effettuate dai motori di ricerca, con un beneficio consistente in termini di SEO.
8. Click through rate (CTR)
Un utente può trovare un nostro contenuto in vari modi, per esempio mediante una ricerca su Google, mediante un post in un social network, tramite un link inserito in un’email. Se il titolo risulta interessante cliccherà per andare sulla pagina in cui potrà fruire il contenuto. Misurare il numero di click effettuati dagli utenti in rapporto alle visualizzazioni dei link che portano al contenuto stesso è un ottimo modo per capire se stiamo diffondendo nel modo giusto i nostri contenuti.
9. Lead
Molti dei nostri contenuti possono essere usati per generare lead. Per esempio trattando un argomento in un articolo al termine del quale si offre la possibilità di scaricare un ebook che approfondisce in modo esaustivo l’argomento. Misurare la quantità di persone che scaricano l’ebook e lasciano la propria email è un modo eccellente per valutare il grado di interesse suscitato dal contenuto oltre che per misurare l’efficacia delle azioni di inbound marketing che stiamo mettendo in atto.
10. Feedback
Se gli utenti hanno trovato di forte interesse il nostro contenuto possono decidere di entrare in contatto diretto con noi. Questo può avvenire sia tramite commenti al contenuto, sia mediante messaggi diretti, sotto forma di email, messaggi in chat, chiamate a voce, ecc. Misurare il feedback è un modo per misurare la qualità della relazione personale che stiamo intrattenendo con il nostro pubblico grazie all’efficacia dei nostri contenuti.