Perché un sito non si posiziona su Google e sugli altri motori di ricerca? Una questione che assilla chiunque mette online anche solo una pagina web per la prima volta. A dispetto di tutti i consigli e le linee guida che circolano nel web, applicare le tecniche giuste per portare nelle prime posizioni della SERP una pagina web è sempre più arduo.
In realtà non occorre più avere grandi conoscenze dei linguaggi di programmazione o cercare di ingannarli con un uso smodato di parole chiave. Complici gli ultimi aggiornamenti degli algoritmi e il numero di siti di vario genere sempre crescente ormai è sempre più difficile guadagnarsi i primi posti della SERP. Anche quando dovessimo riuscire a farci notare, dare per scontato che la situazione si sia risolta sarebbe un errore madornale: se smetteremo di lavorare sodo verremo sicuramente superati da qualcun altro.
Se il nostro caso è quello di chi una volta è riuscito nell’impresa ma adesso non riesce più a risollevarsi, o se si tratta di un sito o un blog che non è mai riuscito a guadagnare i primi posti della SERP, sono diverse le ragioni per le quali un sito non si posiziona su Google e sugli altri motori di ricerca.
1. La questione contenuti
La produzione di contenuti interessanti e di qualità è il primo passo per posizionarsi su Google e sugli altri motori di ricerca. Se nel tempo abbiamo pubblicato contenuti copiati da altri o creato siti usando soltanto elementi visuali e pochissime stringhe di testo non possiamo stupirci se non riusciamo nell’impresa. Meglio quindi sforzarsi di essere originali e di intercettare quelle che sono le preferenze e i bisogni del nostro target ideale. Qualora volessimo, poi, optare per la content curation di contenuti altrui preoccupiamoci di citare la fonte originaria e di rielaborare il testo originale aggiungendo qualche osservazione personale. A Google non piacciono i contenuti duplicati e nemmeno a chi naviga.
2. Assenza di backlink
Come fa Google a decidere se un sito, un blog o una parte di contenuto è di valore alto? Osserva il comportamento degli altri: quanto più un articolo o un sito sono citati da altri siti tanto è più probabile che sia davvero di qualità e interessante. Tutto questo avviene, però, soltanto se i siti in questione godono di una buona reputazione di per sé e se operano in un settore che sia coerente con il nostro contenuto. E propria la mancanza di coerenza è la ragione per le quale Google continua ad avvisare di non esagerare con i backlink e i guest post che non abbiano alcuna attinenza con il sito di destinazione.
3. Parole chiave troppo abusate
Sebbene siano passati i tempi in cui per posizionarsi sui motori di ricerca bastava riempire le pagine di un sito di parole chiave, l’uso delle keyword è ancora un ottimo metodo per aumentare le probabilità di guadagnare posizioni nei risultati di ricerca. Tuttavia non possiamo non ammettere che alcune sono troppo abusate: la concorrenza è davvero numerosa e spietata ed è per questo che è preferibile cercare di puntare su parole chiave che puntino a nicchie ben precise.
4. Il sito non è ottimizzato per i dispositivi mobile
Google ha più volte ripetuto nell’ultimo anno che un fattore di ranking di un certo peso è la presenza o meno di un design responsive. Non si tratta di una penalizzazione fine a se stessa per coloro che non sono riusciti ad adeguarsi, ma di una necessità. La maggior parte delle ricerche e degli accessi a internet avviene proprio da smartphone e tablet e scegliere di non aggiornarsi equivale a volere escludere una larga fetta di utenti e questo i motori di ricerca non possono perdonarlo, con l’effetto che il sito non si posizionerà su Google o sugli altri motori tutte le volte che effettuiamo una ricerca da mobile.