Una delle attività costanti di chi si occupa di social media marketing è studiare come creare engagement e coinvolgere gli utenti in modo sempre nuovo. Un contenuto che non riceve like, condivisioni e commenti non solo appare poco interessante perché non ha ricevuto consensi dal pubblico, ma viene anche penalizzato dagli algoritmi dei vari social network, con l’effetto di perdere in visibilità organica.
Coinvolgere gli utenti significa attrarre maggiore attenzione a un post, sviluppare l’interazione tra un potenziale cliente e l’azienda e portare gli utenti a essere parte attiva nel rapporto con il brand. Inoltre un utente che decide di esprimere opinioni o in generale interagire con un post avrà molte più probabilità di visualizzare i prossimi contenuti dell’azienda, con l’effetto di aumentare le probabilità di diventare un sostenitore del brand o di convincersi a un acquisto.
La domanda fondamentale allora è: come portare gli utenti a sviluppare un maggiore engagement? Come coinvolgerli in modo da avviare quante più conversazioni e interazioni possibili riferite a un post?
Una delle tecniche più efficaci è quella di porre delle domande tutte le volte che se ne presenta l’occasione. Le ragioni per cui le domande coinvolgono in modo positivo sono varie.
Parlare troppo di sé annoia
In generale, quando due persone si incontrano per la prima volta, l’errore più grave è nell’iniziare a sciorinare informazioni su di sé senza prestare attenzione o interesse all’altro. Se incontriamo una persona che da subito inizia a parlare solo di quello che fa, di cosa pensa, di cosa possiede e via di seguito, questa persona ci apparirà immediatamente supponente, noiosa e magari perfino fastidiosa.
Vale lo stesso per un’azienda: se in ogni post non farà altro che pubblicare contenuti sui prodotti, sulle attività svolte e sulla propria forza sul mercato, il potenziale cliente inizierà a trovarla molesta. L’azienda si parla addosso, viaggia come un treno in corsa che spera di raccogliere passeggeri senza mai fermarsi nelle stazioni.
Al contrario, l’azienda che si sforza di trovare contenuti che possano riguardare l’esperienza, gli interessi e la vita stessa dei suoi potenziali acquirenti, inizierà a pubblicare post che gli utenti riterranno stimolanti. Questa disponibilità che l’azienda mostra verso il suo pubblico sarà ripagata proprio in termini di engagement.
Spesso però l’azienda non sa esattamente cosa gli utenti vogliono sentirsi dire. Allora in questo caso porre delle domande è il metodo più efficace. Quali sono i vostri prodotti preferiti? Come usereste questo prodotto? Quali sono le occasioni in cui avete usato i nostri prodotti di recente? Domande del genere permettono di alimentare il dialogo con il pubblico e danno modo alle persone di convincersi che l’azienda ha un interesse reale verso di loro.
Mettere ciò che fa l’azienda in relazione diretta con il pubblico
Inoltre si deve tenere presente che quasi tutte le persone vedono come argomento più stimolante proprio… loro stesse! In sostanza ognuno è maggiormente interessato a una conversazione quando può parlare di sé o ciò di cui si parla lo riguarda personalmente. L’azienda allora deve sforzarsi di relazionare quello che fa al suo pubblico, proprio ponendo le giuste domande.
Esempio: l’azienda deve fare conoscere il nuovo catalogo aggiornato dei prodotti. Invece di presentarlo in modo didascalico – “Ecco il nuovo catalogo dei nostri prodotti” – è molto più efficace proporlo con delle domande: quali sono i prodotti che trovate più interessanti nel nuovo catalogo? Vi piace la nuova impaginazione del nostro catalogo? Quali prodotti consigliereste ai vostri amici?
Alcuni esempi di domande che coinvolgono
Perché una domanda sia efficace ai fini dell’engagement deve essere semplice, diretta e non deve imporre troppa difficoltà nella risposta. In alternativa, deve diventare un gioco, un rompicapo in cui si deve dare la risposta giusta, nel qual caso tra gli utenti si avvierà una sorta di gara a chi darà la risposta migliore o più corretta.
Qualche esempio di domande semplici e dirette, basate su una foto: con quale camicia abbinereste questa cravatta? Con questo piatto quale vino assocereste? Quale tra questi aggettivi (entusiasmante, gradevole, sensuale, divertente) attribuireste a questo prodotto?
Altre domande possono essere più esperienziali e ampie. Per esempio: avendo a disposizione un budget di 2.000 euro fareste più volentieri una settimana di vacanza a Parigi o in Sardegna al mare? Con quale persona vi piacerebbe fare un weekend di tutto relax nel nostro hotel?
Se l’azienda ha un pubblico ben selezionato e competente sui suoi prodotti e il loro utilizzo, può proporre dei veri e propri quesiti capaci di stuzzicare gli utenti più interessati. Per esempio una casa vitivinicola può chiedere qual è la temperatura ideale a cui va servito un certo vino. Un’azienda che produce auto sportive può fare domande su come affrontare particolari situazioni estreme alla guida, come: nel dérapage quando bisogna riallineare le ruote dal controsterzo? E magari proporre una risposta multipla: a tre quarti della curva; al termine della curva; nei primi dieci metri di rettilineo. Gli appassionati daranno la loro opinione e magari se ci saranno risposte discordi si avvieranno discussioni tra gli utenti con tutto vantaggio per l’engagement.
A ogni azienda le sue domande
Ovviamente non tutte le domande sono efficaci. Ogni azienda dovrà sperimentare quali sono quelle che esplicano l’effetto maggiore in termini di coinvolgimento del proprio pubblico.
Per migliorare il rapporto con gli utenti, inoltre è indispensabile che ogni volta che qualcuno risponde a una domanda l’azienda a sua volta commenti in modo aperto e positivo la sua risposta. In questo modo altri utenti vedranno che l’azienda è veramente pronta e disponibile a un vero dialogo e si sentiranno incoraggiati e motivati a pubblicare altri commenti facendo aumentare l’engagement.