Ci sono alcuni errori SEO che compromettono spesso in modo grave il posizionamento di un sito e di una pagina web in Google e nei motori di ricerca. La maggior parte di questi errori dipende da una cattiva gestione o una configurazione scorretta delle pagine e della loro struttura. Si tratta di difetti quasi sempre di facile risoluzione, a condizione di sapere dove cercarli e come intervenire.
L’infografica realizzata da SEMrush mostra tutti i principali errori SEO onsite di tipo tecnico, ossia quelli che si verificano all’interno del proprio sito a causa di problemi derivanti dall’uso di tecnologie inopportune – per esempio Flash – o la cattiva configurazione degli elementi costitutivi e dell’HTML della pagina web.
L’analisi di SEMrush deriva dalla raccolta di dati relativi alla frequenza con cui si verificano problemi SEO nei siti effettuata su 100.000 siti web e 450 milioni di pagine. Lo strumento impiegato è stato il SEMrush Site Audit tool.
Il risultato è una lista minuziosa di 40 problemi che possono portare Google e gli altri motori di ricerca a svalutare la pagina. Specificamente sono stati distinti in tre gruppi di errori:
- quelli relativi alla cosiddetta crawlability, ossia la facilità di accesso che i motori di ricerca hanno alla pagina e più in generale al sito per ispezionarne i contenuti ed effettuare l’indicizzazione;
- quelli derivanti da una cattiva organizzazione dei contenuti della pagina;
- quelli provenienti da difetti propriamente tecnici di struttura, di codice della pagina o del server.
A ciascun problema rilevato è stato assegnato un punteggio da 1 a 5, che definisce sia quanto questo errore può effettivamente influire sulla svalutazione della pagina in fase di indicizzazione, sia quanto può scoraggiare l’utente a non scegliere la pagina quando gli viene presentata nella SERP.
Ogni problema tecnico viene presentato con una percentuale, che fa ben capire se si tratta di un errore comune o un problema abbastanza inconsueto.
Gli errori più gravi e frequenti
Uno dei problemi più comuni e gravi dei siti web è di presentare link interrotti o, con terminologia inglese, broken link, che quando vengono seguiti portano a un errore 404 o simili. In pratica puntano a pagine che non esistono più o il cui URL è cambiato e non è stato creato correttamente un redirect 301 per fare sì che il vecchio URL rimandi direttamente al nuovo. Controllare tutti i collegamenti (esistono tool appositi che effettuano questa operazione) per individuare eventuali link interrotti è una prassi che ogni webmaster dovrebbe attuare frequentemente.
Un altro errore che si riscontra spessissimo è la presenza di contenuti duplicati. Questo è un problema che può stroncare il buon posizionamento di una pagina: il motore di ricerca individuerà quella pagina che è considerata come la prima a essere stata pubblicata o comunque la principale, mentre l’altra verrà considerata secondaria. L’esito sarà che la pagina secondaria non sarà mai ben posizionata e in generale, se le pagine duplicate sono molte, squalificherà l’intero sito.
Dal punto di vista tecnologico, il problema che maggiormente può inficiare la buona indicizzazione è la lentezza di caricamento della pagina. Un server lento è il primo nemico di un sito che vuole essere competitivo nei motori di ricerca, per cui investire in un buon provider è la prima azione da fare quando si vuole aspirare a un buon posizionamento SEO.