Tra le tecniche più efficaci di lead generation ce ne sono alcune che utilizzano il blog per raccogliere contatti email di utenti sicuramente interessati agli argomenti trattati. Il blog, per molti versi, è l’anima della comunicazione online di un’azienda: esprime le competenze più profonde e il know-how tecnico dell’impresa, offre uno spaccato sulla vita dell’azienda, propone modi particolari e originali di utilizzare i prodotti e i servizi, riferisce opinioni ed esperienze di utenti che hanno provato i prodotti e così via.
Proprio questa vitalità intrinseca dei contenuti del blog può attrarre i pubblici di clienti veramente più appassionati e fidelizzati verso il brand e i prodotti proposti. Ma nella maggior parte dei casi questo traffico di utenti straordinariamente in target entra ed esce dai post senza lasciare traccia di sé, come pioggia sul cemento. Il risultato è che l’azienda perde una magnifica occasione di creare un rapporto più diretto e personale con ciascuna persona che è rimasta conquistata da uno dei contenuti pubblicati.
Elaborare delle tecniche specifiche per portare gli utenti che visitano il blog a diventare lead regalando il proprio indirizzo email all’impresa è un bell’obiettivo per i content marketer. Su questo argomento si è concentrato lo staff di specialisti di sviluppo web di Webby Monks, che ha voluto enucleare 5 aspetti significativi che un blog deve avere per coinvolgere a fondo i lettori di un blog e favorirne la trasformazione in lead.
1. Design accattivante
Due aspetti contano in un sito per coinvolgere al massimo gli utenti: un look and feel piacevole e aggiornato e una serie di elementi strutturali ben organizzati e coerenti fra loro. Vale lo stesso per un blog, che tra l’altro deve avere:
- una home page che dia una bella immagine di tutto il blog e sia navigabile in modo perfettamente funzionale;
- un header elegante e chiaro, possibilmente sempre visibile, che metta subito in evidenza sia lo stile del blog sia le specificità che connotano l’azienda e faccia da cornice superiore per le categorie principali dei temi trattati nel blog, che vanno posizionati in una fascia orizzontale e siano chiaramente individuabili;
- una colonna laterale a destra in cui devono essere ben evidenti le opzioni di sottoscrizione alla newsletter o ad altri servizi.
In generale, la struttura migliore di un blog è quella a due colonne: il contenuto dei post nella colonna più grande a sinistra e a destra una colonna più piccola con una lista di post recenti, il form per iscriversi ai servizi e una eventuale call to action per altre azioni proposte agli utenti.
La regola è sempre la stessa dagli albori del web: più dell’83% dei visitatori tendono ad abbandonare un sito se devono fare troppi click prima di trovare quello che stanno cercando: facciamo quindi sempre in modo di presentare quello che vogliamo che trovino in modo quanto più diretto e immediato possibile.
2. Banner e call to action posizionati in modo strategico
Le call to action sono ciò che portano gli utenti a dare valore aggiunto al blog. In questo caso, sono quelle che trasformano un semplice lettore in un lead. Posizionarle in modo corretto è indispensabile per ottenere buoni risultati.
Le tre posizioni più efficaci sono:
- all’interno di un testo (migliore soluzione quando la call to action riguarda qualcosa che è fortemente inerente ai contenuti del post), inserendo un lancio informativo di ciò che viene offerto a chi si iscrive a un servizio lasciando la propria email e subito dopo ponendo un link o un vero e proprio bottone per l’iscrizione;
- alla base del post o in generale del blog;
- nella colonna laterale, dove verranno collocate call to action slegate dal singolo contenuto.
3. Occasioni di coinvolgimento diretto massimizzate
Gli utenti che amano un contenuto spesso sono disposti a condividerlo o a lasciare un commento. Posizionare in bella vista i pulsanti di condivisione o offrire agli utenti un modo di commentare facilmente i contenuti significa accrescere l’interesse e l’attenzione tributati dai lettori al blog. Un lettore coinvolto e partecipativo è molto più disponibile a lasciarsi avvincere da una call to action che lo trasforma in lead.
4. Integrazione di form nel sito
Moltissimi utenti a cui viene richiesta un’opinione o viene offerta una scelta di azione da svolgere si lasciano coinvolgere, purché non sia un’operazione complicata. Un form elementare che si possa compilare d’impulso può essere una grande opportunità per raccogliere consensi e email. Quattro esempi, basati anche sull’uso di pop up:
- mediante un pop up a comparsa istantanea mostrare agli utenti che stanno abbandonando il sito qualche altro contenuto o sezione del blog che potrebbe risultare ancora di loro interesse e permettere loro di raggiungerlo con un semplice click;
- implementare un pop up che si visualizza solo dopo un po’ di tempo di permanenza sul sito, in cui si propone di scaricare qualche contenuto in formato digitale, aderire a un servizio, iscriversi a una newletter, ecc.;
- permettere agli utenti di scaricare qualche contenuto particolare dopo avere effettuato un po’ di scroll di una pagina;
- inserire un form di iscrizione nell’header o nel footer, soprattutto se questi sono sempre visibili.
5. Velocità elevata di caricamento del sito e delle pagine
Il caricamento di ogni pagina del sito non dovrebbe superare i 3 secondi, oltre i quali più del 40% degli utenti in visita abbandonano il sito. Un server lento non è solo il principale nemico di un sito ma anche di tutte le migliori tecniche di lead generation!