Non sempre un’azienda che ha bisogno di un corso di formazione per le sue risorse può avvalersi delle prestazioni di un docente interno. In alcuni casi l’azienda ha la necessità di richiedere l’intervento di un formatore esterno. A questo punto, una domanda può sorgere in maniera spontanea: se un’azienda dispone di dipendenti esperti, che potrebbero fare da tutor alle nuove leve, perché mai dovrebbe esserci la necessità di chiedere l’aiuto di una sorgente esterna?
Vediamo perché in certi casi è necessario ricorrere all’aiuto di un formatore esterno.
Sapere non significa necessariamente sapere insegnare
Non è detto che una risorsa ben preparata sia anche capace di trasmettere in maniera efficace il suo sapere ai colleghi. Il sapere insegnare è un’arte che si coltiva con il tempo. Le caratteristiche di un buon formatore sono un’ottima conoscenza degli argomenti da trattare, un approfondimento delle tematiche inerenti alle principali strategie di formazione e infine una lunga esperienza di insegnamento. Si tratta di tre skill imprescindibili e solitamente una risorsa interna possiede le prime due, ma non la terza. L’abilità tecnica dell’esposizione delle nozioni e del portare i discenti ad assimilarle è ben differente dal conoscere le nozioni. Solo un professionista della formazione sa come portare i discenti ad acquisire le competenze nel modo corretto.
Lo staff aziendale è esiguo
Scegliere un dipendente interno come formatore significa far sì che parte del tempo della risorsa stessa debba essere sottratto al lavoro per essere dedicato all’insegnamento. Se lo staff aziendale non è molto numeroso, questo può comportare un rallentamento delle principali operazioni dell’impresa e una riduzione della qualità delle prestazioni, quindi della competitività e in ultimo dei guadagni.
Le risorse da formare sono numerose
Se le risorse da formare sono numerose, potrebbe non esser sufficiente la presenza di un solo formatore interno. Questo dovrebbe dividersi tra più gruppi di risorse, esaurendo il suo tempo e sovraccaricandosi di lavoro. Oppure, in un’azienda dove il numero dei dipendenti da formare o da aggiornare è numeroso, potrebbero non essere presenti risorse con le competenze adatte ed esaustive per l’allestimento del corso stesso.
I vantaggi del formatore esterno
La richiesta del supporto di un formatore esterno porta il vantaggio della novità, dell’arrivo di una ventata di aria fresca nell’ambiente di lavoro: nuove frontiere, nuovi metodi, l’apertura di orizzonti sconosciuti che grazie al formatore, esperto e aggiornato nel settore, possono divenire possibili. Il formatore esterno è lo sherpa che potrà fare da guida verso nuovi sentieri che portano al successo in maniera più efficiente, competitiva e innovativa. L’outsourcing è un processo che va svolto con cura. Bisogna scegliere la società di erogazione di servizi di formazione adeguata alle esigenze aziendali specifiche.
Come ridurre i costi del formatore esterno
Una delle motivazioni principali che frena le aziende dal ricorrere a un formatore esterno è la paura dei costi da sostenere. Bisogna però sapere che in realtà la formazione aziendale è uno dei settori verso i quali sono destinati più fondi governativi alle imprese. Il finanziamento all’azienda che lo richiede non prevede oneri. Ci si può rivolgere a Fondimpresa, rivolto al personale aziendale non in ruoli dirigenziali, o a Fondir, che invece serve a sostenere la formazione di quadri e dirigenti, per avere un prospetto e per fare richiesta dei fondi necessari per l’erogazione del corso finanziato. In alcuni casi si può riuscire a fare erogare corsi ai propri dipendenti in modo del tutto gratuito, per cui non ci sono alibi: le aziende che non formano i propri dipendenti in modo regolare, sono solo aziende che perdono occasioni o sono destinate a rimanere indietro nel mercato.