Gli errori SEO relativi ai siti mobile sono piuttosto frequenti. La ragione è semplice: a differenza di quanto accade per la versione desktop di un sito, in molti casi gli sviluppatori non si concentrano anche sulla SEO specifica per smartphone e tablet, così può capitare di commettere degli errori anche piuttosto grossolani che possono danneggiare l’intero sito oltre alla reputazione della nostra azienda.
Ovviamente questo accade quando il lavoro non è svolto da un professionista della SEO che ci guidi e ci offra tutta l’assistenza di cui abbiamo bisogno: può capitare di imbattersi in chi crede di avere esaurito l’argomento SEO una volta lanciato il sito per desktop e che su mobile tutto verrà da sé; ma è un errore. Nel posizionamento di un sito mobile sui motori di ricerca persino le parole chiave possono essere diverse e quindi occorre una maggiore attenzione da parte nostra per evitare scivoloni. Ma quali sono gli errori SEO in grado di danneggiare un sito mobile? Esiste un modo per evitarli? Scopriamolo insieme.
1. Link e URL sbagliati
Se pensiamo che poiché abbiamo già verificato il funzionamento di ogni URL e link del nostro sito desktop, adesso che stiamo lavorando su quello in versione mobile possiamo esimerci dal testarne il funzionamento, sarà meglio che iniziamo a ricrederci: l’ultima cosa che deve accadere a un utente che dovesse imbattersi nel nostro sito è cliccare su un link o su una sezione del nostro sito e trovarsi davanti a un errore 404. Non solo la sua user experience ne uscirebbe profondamente danneggiata, ma una simile situazione non sfuggirebbe a Google e compagni che potrebbero iniziare a penalizzarci in termini di ranking all’interno della SERP.
2. Design responsive poco o per niente curato
Un sito mobile friendly è ciò che il mondo, utenti e motori di ricerca compresi, si aspetta da noi e la risposta non è certamente creare un secondo sito: ricordiamoci che a Google i contenuti duplicati non piacciono ed è per questo che la tecnologia responsive è sempre l’opzione migliore. Ma perché l’intera strategia si riveli di successo dobbiamo curare ogni aspetto del design del nostro sito, dai colori al font, passando per i contenuti visuali e multimediali che decidiamo di inserire in modo che gli utenti che si connettono da tablet o smartphone non vengano penalizzati.
3. Velocità di caricamento troppo bassa
Un sito le cui pagine si caricano troppo lentamente è un sito che Google tenderà a squalificare. Il 53% degli utenti abbandona una pagina se deve attendere più di 3 secondi per visualizzarla sul suo schermo, come risulta da una ricerca effettuata dallo stesso Google. Ne deriva che per il motore di ricerca un sito lento è sicuramente un sito che gli utenti lasceranno nella maggior parte dei casi, inutile allora posizionarlo in alto nella SERP. Se il nostro sito si carica lentamente sul cellulare dobbiamo intervenire subito, ottimizzando le pagine e se necessario scegliendo di trasferirlo su un server più efficiente. Come fare per misurare in modo preciso la velocità di caricamento di una pagina? Si può impiegare lo strumento messo a disposizione proprio da Google: PageSpeed Insights.
4. Uso poco sapiente di banner e pop up
Sappiamo che il fine ultimo di coloro che decidono di creare un sito web e riuscire poi a monetizzare il lavoro compiuto e per farlo banner e pop up sono gli strumenti migliori. Purtroppo un abuso di simili opzioni da parte nostra potrebbe finire col danneggiarci: i banner sappiamo che non godono più di una grande stima nel web a causa di coloro che li hanno sfruttati per campagne troppo aggressive o truffaldine; ma se da desktop possiamo curarne il design in modo da superare la ritrosia iniziale, per gli utenti mobile dobbiamo prestare attenzione al numero e al loro posizionamento in modo da non rendere difficoltosa la navigazione. Anche per quanto riguarda i pop up il consiglio è quello di limitarne l’uso e di ricordare di crearne di coerenti e accattivanti per attirare l’attenzione dei clienti, anche potenziali. Attenzione massima all’uso degli interstitial ads, ossia quei banner a tutta pagina che si caricano per alcuni secondi prima di consentire all’utente di accedere alla pagina richiesta. Su questo punto è stato emesso un comunicato perentorio da Mountain View: “quelle pagine il cui contenuti non è facilmente accessibile da un utente nella transizione dai risultati di una ricerca effettuata su un dispositivo mobile possono venire penalizzati nel posizionamento”.
5. Dati non strutturati o strutturati male
Parliamo dei cosiddetti “rich snippet”. Sono quelle informazioni ampie e dettagliate che vengono mostrate nelle SERP in riferimento alla pagina indicizzata. La visualizzazione di queste informazioni nelle SERP mobile è un po’ diversa da quella che Google presenta sul desktop. Strutturare convenientemente i dati delle pagine in modo che il motore di ricerca dia un risultato più convincente anche su dispositivi come smartphone e tablet è fondamentale e per farlo si deve uniformare il sito ai dettami indicati in schema.org. Per verificare l’adeguatezza dei dati strutturati del nostro sito possiamo ricorrere al Testing tool dei dati strutturati messo a punto proprio da Google.
6. Mobile viewport non specificato correttamente
I siti responsive sono in grado di adattare la visualizzazione della pagina a qualsiasi schermo in modo ottimale. Questo avviene innanzi tutto utilizzando il “viewport meta tag”, nel quale si specifica in che modo la pagina deve adattarsi ai vari tipi di schermo. In alternativa si possono usare i CSS media queries. Qualsiasi sia la soluzione adottata, dobbiamo essere sicuri che il sito si veda bene su ogni dispositivo, altrimenti Google lo penalizzerà.
7. Design del sito non ottimizzato per mobile
Se utilizziamo pulsanti microscopici, caratteri illeggibili e link di difficile usabilità, Google lo noterà e declasserà la pagina all’atto dell’indicizzazione. Ogni aspetto del design deve essere mobile-friendly, perfino il dettaglio apparentemente più irrilevante, altrimenti finiremo per riempire il nostro sito di errori SEO mobile che lo renderanno introvabile in qualsiasi ricerca fatta su Google mediante smartphone o tablet.