Perché comprare follower, like e “mi piace” è sempre una pessima idea I follower e i “mi piace” a pagamento possono sembrare una scorciatoia comoda, ma nella realtà si tratta solo di una pratica dannosa

Follower, mi piace e like a pagamento

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Comprare follower, like o “mi piace” è una delle soluzioni che molte aziende percorrono per raggiungere dei risultati di social media marketing. O, meglio, per convincersi di averli raggiunti, perché in realtà riuscire ad avere successo con il social media marketing non è certamente un compito facile: occorre tempo per studiare la situazione, fissare gli obiettivi, individuare il target e pianificare le azioni da svolgere. Uno scoglio particolarmente insidioso è senz’altro la costruzione della prima base di fan e follower ed è per questo che molti decidono di optare per delle scorciatoie tanto semplici quanto dannose sia per la nostra reputazione che per il nostro business.

Coloro che decidono di optare per questo genere di soluzioni non tengono conto che sui social network la cosa più importante non sono i numeri (sebbene dobbiamo riconoscere che un profilo con un gran numero di follower e “mi piace” è di sicuro impatto) bensì le relazioni che riusciamo a costruire con gli utenti che ci seguono. Vediamo quali sono i motivi per i quali comprare follower e “mi piace” è sempre una pessima idea.

 

1. Scarse interazioni

Se la maggioranza (per non dire tutti) coloro che ci seguono sono frutto di un’operazione di compravendita, l’intera attività sui social risulterà falsata e danneggiata: poiché non si tratta di persone strettamente in target difficilmente riusciremo a suscitare in loro un interesse nei confronti dei nostri contenuti. Ne conseguiranno, quindi, un numero davvero irrisorio di interazioni che verranno registrate immancabilmente dal social network con un relativo impoverimento della portata organica dei nostri post. Inoltre non c’è niente di più triste dello spettacolo offerto da account e Pagine con un gran numero di follower e “mi piace”, ma con interazioni (commenti, reazioni, like, condivisioni) assenti.

 

2. La nostra reputazione ne uscirà macchiata

Parlando di portata organica dei nostri post, livelli di engagement talmente irrisori porteranno il social network a penalizzare ancora di più i nostri post; senza contare il danno che potremmo creare se la situazione venisse allo scoperto. Ormai gli utenti sono sempre più consapevoli del proprio ruolo e delle strategie, più o meno lecite, che si possono mettere in atto per avere successo più velocemente. Inoltre, se mal fatta la pratica di comprare follower e “mi piace” può essere facilmente scoperta dallo stesso social network: gli algoritmi lavorano senza sosta allo scopo di smascherare raggiri del genere e una crescita troppo veloce e sospetta di un account li porterà a prendere delle misure.

 

3. Non sono nostri clienti

Ricordiamoci qual è la prima cosa da fare quando stendiamo un piano di social media marketing: individuare il target di riferimento che ovviamente corrisponderà al cliente desiderato. Se partiremo da una base di follower e “mi piace” falsi perché formati da profili fake e/o persone disinteressate al nostro business a risentirne saranno proprio gli affari: non solo resteranno sordi alle nostre call to action, ma anche quando decideremo di optare per pubblicità a pagamento (se non staremo attenti a specificare che vogliamo escludere coloro che già ci seguono) finiremo per pagare (ancora una volta) per esporre il nostro messaggio a utenti non in target, il che equivale a una perdita di tempo e denaro.

 

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