Il social selling racchiude tutte quelle strategie attraverso le quali i marchi o le aziende riescono a sfruttare i social media per entrare in contatto con i propri clienti, anche potenziali. Ormai nessuna strategia di marketing, digitale e non, può prescindere da un uso sapiente e consapevole dei social network le cui strategie da qualche anno hanno preso tanto piede da assumere il ruolo di materia a parte: il social media marketing appunto.
Con l’arrivo degli e-commerce e le varie notizie sull’introduzione del pulsante “Compra” sui principali social network ha iniziato a farsi strada l’idea di sfruttare i social media non solo come strumenti di brand awareness e customer service, ma anche come volano (se non protagonisti) degli acquisti; questa tendenza si è concretizzata nel social selling e anche se sembra improbabile l’implementazione di sistemi di social commerce veri e propri nel breve periodo, sono sempre di più le aziende anche fisiche che cercano di usare i social per raggiungere i propri clienti. Ecco 3 consigli da seguire per vendere di più attraverso i social network.
1. Costruire una strategia su misura
La prima regola per impostare il nostro lavoro nel social selling è: conoscere il nostro pubblico e quali obiettivi vogliamo raggiungere. Possiamo decidere infatti di concentrarci sui prospect o su coloro che già hanno effettuato un acquisto; qualsiasi sia il target desiderato, iniziamo a delineare le sue caratteristiche ivi compresi i social che predilige e gli argomenti che ritiene più interessanti. In questo modo partiremo avvantaggiati, sapendo già quali contenuti creare e come spingerli in modo da raggiungere chi davvero ci interessa e può essere interessato a noi e ai nostri prodotti e servizi.
2. Inserire call to action chiare
Spesso dopo avere passato giorni e in alcuni casi mesi a delineare la strategia di social selling, dimentichiamo una delle regole fondamentali di chi si occupa di comunicazione: il consumatore finale va instradato in modo che compia l’azione desiderata. Ciò non significa che l’intera comunicazione debba essere orientata a vendere a tutti i costi (una comunicazione autoreferenziale finirebbe per stancare chi ci segue), ma dobbiamo comunque usare anche questo tipo di messaggi. A volte i clienti non compiono l’azione desiderata solo per colpa di call to action assenti, poco chiare o, peggio, multiple. Mettere troppe call to action che indirizzano a comportamenti o a prodotti diversi nello stesso messaggio è disorientante, perché l’acquirente invece di concentrarsi sul dilemma “clicco o non clicco?” e agire in modo emozionale inizia a occuparsi di valutare quale clic è più interessante e quale fra i prodotti proposti è il migliore, con il risultato che invece di orientarsi al clic d’impulso si perde in un confronto ragionato. In quest’ultimo caso, le probabilità di ottenere una risposta positiva alle call to action si riducono considerevolmente.
3. Ottimizzare il nostro sito
Ormai per intraprendere qualsiasi operazione di digital marketing non possiamo non dotarci di un sito web. Quando parliamo di social media marketing è importante curarne ogni aspetto e verificare che sia responsive; la maggior parte degli accessi ai social network infatti oggi avviene proprio tramite dispositivi mobile e sarebbe un peccato perdere questa occasione. Se poi ci occupiamo di un e-commerce questo punto diventa davvero fondamentale per non mandare l’intera strategia in fumo; in particolare il sito deve essere leggero (la velocità di caricamento influenza le decisioni degli utenti), chiaro e il processo d’acquisto veloce e intuitivo.
Consiglio bonus
Infine non dimentichiamo di monitorare ogni conversazione online che riguarda la nostra azienda o i nostri prodotti: una volta ottenuta l’attenzione che cercavamo questa va alimentata e controllata in modo da prevenire maldicenze o fraintendimenti. Inoltre i clienti apprezzeranno un simile interesse da parte nostra e questo li convincerà che la fiducia che ci hanno riservato era ben riposta.