Esistono comportamenti scorretti e abitudini cattive che bisogna evitare quando si comunica nei social network? I social network nascono con l’intento di fare entrare in contatto e in relazione le persone iscritte; dopo il grande successo registrato da queste piattaforme sono stati sempre di più gli esperti e i marchi e le aziende a usarli per i propri fini. Purtroppo spesso la fretta è cattiva consigliera: così nella spasmodica ricerca di raggiungere i risultati prefissati assistiamo a un uso improprio dei social media, se non addirittura deleterio e fastidioso.
Un errore nel quale possiamo cadere facilmente è finire per parlare solo di noi stessi e ciò che interessa noi e riguarda solo il nostro lavoro. Una comunicazione troppo autoreferenziale finirà per annoiare chi ci segue; abbiamo sostenuto più volte la necessità di curare la propria immagine online, ma possiamo farlo senza per forza parlare solo di noi e del nostro lavoro. Iniziamo a condividere contenuti che possano interessare i nostri contatti o chi ci segue e che generino dibattito.
Una delle piaghe che sta affliggendo il mondo dei social network è assistere a account aziendali e di professionisti che vogliano risultare simpatici a tutti i costi. Un po’ di ironia e leggerezza fa bene, ma non si può scherzare su tutto e tutti; rischieremmo di urtare la suscettibilità di qualcuno e di risultare troppo dissacranti. Peraltro, se il nostro è un lavoro in cui le competenze professionali sono molto serie e strutturate, potremmo correre il rischio di risultare poco credibili come azienda o professionisti, creando l’effetto contrario. Simpatici sì, ma a condizione di non essere percepiti come sciocchi! Evitiamo, poi, di trattare argomenti troppo controversi: se dovessimo decidere di farlo poi dobbiamo essere pronti ad affrontarne le conseguenze.
Spesso quando si lavora sul web le cose da tenere sotto controllo sono tante ed è per questo che nascono gli strumenti di marketing automation, ma attenzione a non farne abuso. Se lasceremo a tool di questo genere l’intera gestione delle condivisioni e dei messaggi ai nostri clienti, questi finiranno per stancarsi di parlare con una macchina. Cerchiamo, quindi, di rendere il più umana possibile la nostra comunicazione ritagliandoci del tempo per gestire questo tipo di situazioni anche personalmente.
A volte le cattive abitudini sui social media provengono da un uso smodato e sbagliato di alcuni meccanismi che gli sono propri: si veda a questo proposito l’uso (o forse dovremmo dire l’abuso) di hashtag. C’è stato un tempo nel quale in pochissimi erano in grado di usarli e di capirne il significato, ma oggi siamo passati all’eccesso opposto. Gli hashtag vanno usati con attenzione e parsimonia per evitare l’effetto spam e che i nostri post risultino illeggibili.
Un’altra abitudine da evitare assolutamente è, poi, dedicarsi alla comunicazione sui social media solo nei ritagli di tempo. La costruzione di post in velocità e senza prenderci del tempo per rivederli, aumenta sensibilmente la probabilità di fare refusi con la conseguenza di apparire pressapochisti.
Infine, basta con la creazione di messaggi esclusivamente finalizzati alla vendita a tutti i costi. Gli utenti sono già bombardati da numerosi messaggi pubblicitari e l’ultima cosa che vogliono è esserne perseguitati anche sui social: cerchiamo di studiare delle strategie alternative per stuzzicare il loro interesse verso i nostri prodotti o servizi. A questo punto saranno loro stessi a chiedere informazioni e aspetteranno con grande attesa ulteriori notizie.