Il social media marketing è una branca abbastanza recente del marketing digitale e come tale spesso può sollevare degli interrogativi. Come fare, ad esempio, a far comprendere che il lavoro del social media marketer non si limita a pubblicare un paio di post al giorno in qualche social network? Il problema più grosso che potremmo incontrare con un certo tipo di clienti è sentirci dire “questo lavoro non è poi così complicato”.
Ciò che dobbiamo chiarire è che non basta avere creato un account sui principali social network per definirsi esperti di social media marketing; per non parlare poi dell’annoso problema dei “cugini”, in grado di gestire pagine, scrivere tweet e postare foto su Instagram a prezzi scontatissimi e nei ritagli di tempo.
La gestione degli account e della comunicazione sui social non è un gioco e presenta un livello di complessità che unisce quello del campo editoriale e del content management a quello del marketing e, in qualche caso, anche delle attività commerciali. Per dimostrarlo, e per capire se il lavoro di social media marketing viene svolto bene, ci basterà indagare i molti ruoli che un social media marketer è costretto ad assumere nello svolgimento del suo lavoro.
1. Elaboratore di strategie.
Questo è il primo punto che ci contraddistinguerà come professionisti o che ci consentirà di riconoscerne uno falso: tutte le azioni sui social media devono rispondere a una precisa strategia volta al raggiungimento di obiettivi chiari, precisi e misurabili. La prima domanda che si può porre a un social media marketer improvvisato è: quali obiettivi persegui? Se la sua risposta non è chiara e circostanziata, allora non è un vero social media marketer.
2. SEO e Content writer.
Per riuscire ad avere un quadro preciso delle azioni da mettere in atto, il social media marketer deve sapere come si comunica online e in che modo presentare i contenuti. Se, infatti, dobbiamo promuovere i contenuti di un blog dobbiamo essere in grado di capire se si tratta di contenuti di qualità in modo da suggerire se necessario qualche piccola modifica. Peraltro chi gestisce un blog deve conoscere a fondo le logiche SEO, per assicurare ai suoi post un buon posizionamento nelle pagine dei risultati delle ricerche (SERP). Inoltre, ogni social network – e in generale ogni sito del Web 2.0 – ha delle specificità nel tipo di contenuti che permette di pubblicare. Se si pensa di potere pubblicare un contenuto nella stessa forma in più di un social network, allora è prova assoluta di pressappochismo e incompetenza.
3. Servizio Clienti.
Quando curiamo l’account di un’azienda o di un brand parliamo e agiamo proprio per loro conto; di conseguenza gli utenti, se faremo bene il nostro lavoro, saranno portati a cercare un confronto (anche solo per chiedere informazioni). E noi dobbiamo essere in grado di monitorare qualsiasi attività, anche su più account, per fornire risposte corrette e tempestive. Inoltre, dobbiamo conoscere a fondo le modalità di relazione e dialogo in ottica di customer care, altrimenti corriamo il rischio di avviare conversazioni che si trasformano rapidamente in passaparola negativi o addirittura in epic fail.
4. Grafico.
Lo sappiamo: su Facebook e Twitter i post accompagnati da immagini interessanti e di qualità hanno maggiori probabilità di successo; per non parlare dei social network che si basano sulla condivisioni di contenuti soltanto visuali. Per questo ogni social media marketer che si rispetti è bene che possieda delle buone nozioni di grafica: soprattutto se lavoriamo in proprio, infatti, non sempre potremo affidarci a un esperto esterno e dobbiamo essere in grado di fornire al cliente il servizio migliore. In ogni caso, se abbiamo la fortuna di lavorare in un team, dobbiamo sapere orientare il lavoro di un grafico o comunque valutarlo in funzione degli obiettivi di comunicazione che inseguiamo volta per volta.
5. Data Analyst.
Possiamo avere redatto il piano di comunicazione più completo e meglio progettato della storia del social media marketing, ma se poi non siamo in grado di leggere e misurare i risultati delle nostre azioni non andremo molto lontano. Inoltre quasi sempre al termine di ciascun periodo di attività dovremo passare a chi ha commissionato il lavoro – un’azienda cliente o il nostro capo – un report delle azioni svolte e dei risultati conseguiti. E lì ci saranno prevalentemente numeri ai quali dovremo sapere dare un valore in relazione agli obiettivi che avevamo posto.
6. Psicologo.
Lavorare nel social media marketing significa entrare in contatto con le persone, in primis il cliente che ci ha commissionato il lavoro o il dirigente che ci ha assunti e dal quale dipendiamo. Potranno capitare incomprensioni o momenti di incertezza che vanno superati sempre con grande comprensione e cortesia. Spesso, infatti, il cliente sa soltanto che c’è qualcosa che non va ma non saprà dirci cosa: sta a noi cercare di interpretare il suo pensiero al fine di scovare la soluzione migliore.